Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) 2023, che delinea gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2024-2026.
Costretto a ridimensionare le stime sulla crescita del Pil (- allo 0,8% nel 2023), il Governo abbandona momentaneamente il percorso di riduzione del debito che nelle previsioni del documento programmatico 2024 sale al 4,3%, ben oltre la soglia del 3% fissata dalle regole UE.
Dalla differenza tra il deficit programmatico e il tendenziale al 3,6% si ricavano circa 14 miliardi per finanziare la legge di bilancio 2024, che il Governo dovrebbe destinare interamente al taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti e ad un primo assaggio della riforma fiscale, con l’estensione del primo scaglione del 23%. Complessivamente la manovra dovrebbe valere poco più di 20 miliardi, di cui circa 2 miliardi attesi da tagli alla spesa, e includere anche alcune misure per le famiglie e la natalità e il rifinanziamento di una serie di capitoli di spesa corrente e per investimenti.
La richiesta di un nuovo sforamento determina però un difficile confronto con la Commissione europea, che entro il 15 ottobre attende il Documento programmatico di bilancio, cui dovrà seguire entro il 20 ottobre la presentazione del disegno di legge di bilancio al Parlamento. Il rapporto con Bruxelles è infatti già abbastanza teso in virtù della richiesta di una maggiore flessibilità nel difficile negoziato per la riforma del Patto di stabilità, che vede i paesi del Nord – Germania in testa – decisi a rinnovare la governance macroeconomica dell’Unione solo a fronte di impegni vincolanti e misurabili da parte dei paesi membri.
Nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2023, che delinea gli obiettivi di finanza pubblica per il triennio 2024-2026, il Governo prevede:
- una crescita del PIL pari allo 0,8% nel 2023 (a fronte del +1% previsto ad aprile), dell’1,2 per cento nel 2024, dell’1,4% nel 2025 e dell’i % nel 2026;
- un deficit tendenziale del 5,2% nel 2023 (esploso per effetto del Superbonus), del 3,6% nel 2024, del 3,4% nel 2025 e del 3,1% nel 2026
- un deficit programmatico del 5,3% nel 2023, del 4,3% nel 2024, del 3,6% nel 2025 e del 2,9% nel 2026;
- il rapporto debito pubblico/PIL al 140,2% per il 2023, al 140,1% per il 2024, per arrivare al 139,6% nel 2026;
- il tasso di disoccupazione al 7,3% nel 2024 (dal 7,6% previsto per il 2023).
Il Governo vorrebbe dare un’impostazione prudente alla programmazione, tenendo conto delle raccomandazioni che la Commissione aveva fatto all’ Italia, evidenziando le vulnerabilità connesse all’elevato debito pubblico e alla debole crescita della produttività invitando a politiche di bilancio prudenti per ridurre il rapporto debito pubblico/PIL. La Nadef varata dal CdM si muove in direzione opposta, prevedendo uno sforamento che il prossimo anno potrebbe anche tradursi nell’avvio di una procedura per disavanzi eccessivi da parte di Bruxelles.
La priorità del Governo, tuttavia, è reperire fondi per sostenere i redditi medio bassi, confermando il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti per il tutto il 2024 e prevedendo un primo intervento sull’Irpef, con l’ipotesi di estendere l’aliquota del 23% ai redditi fino a 28 mila euro annui. A ciò dovrebbero aggiungersi misure a sostegno del reddito, con focus sulle famiglie e sul sostegno alla natalità.
In merito alle pensioni il Governo dovrebbe confermare le misure in vigore nel 2023 (Ape Sociale, Quota 103, Opzione Donna), forse includendo un nuovo intervento per facilitare l’uscita anticipata dei giovani attraverso il cumulo tra pensione pubblica e privata.
Alla legge di bilancio saranno collegati 31 provvedimenti, in materie che spaziano dal lavoro alla previdenza, dalla disabilità al sostegno della maternità. I collegati si occuperanno anche di incentivi per le politiche spaziali, per l’economia blu e per la filiera dell’editoria libraria, di alloggi per gli universitari e di servizio civile universale.
Diversi collegati infine riguardano poi il mondo dell’istruzione, dall’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale alle semplificazioni in materia scolastica. In arrivo anche la revisione del Testo unico degli enti locali, provvedimenti in materia di PA, magistratura onoraria, professioni sanitarie, partecipazione dell’Italia alle missioni internazionali.