Con l’avvicinarsi della prossima Legge di Bilancio si cominciano a delineare le ipotesi più probabili per le pensioni del 2024.
La presentazione della NADEF (Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) è attesa per il 27 settembre con il Governo che si sta concentrando sulle possibili novità che potrebbero entrare nel pacchetto di misure dedicato alla previdenza della prossima Legge di Bilancio.
Nessuna modifica sostanziale alle capite pensioni mentre appare probabile la proroga delle misure in vigore nel 2023, cioè Quota 103, Opzione Donna e Ape Sociale che potrebbero subire diversi interventi di modifica per favorire un allargamento della platea dei possibili beneficiari.
Al centro dell’ultima riunione del tavolo tecnico del 18 settembre c’era il tema della previdenza complementare e i possibili interventi a sostegno del pensionamento degli under 35 e di tutti i lavoratori e le lavoratrici che hanno cominciato a lavorare dopo il 1996, i quali rientrano pienamente all’interno del sistema contributivo.
L’ipotesi presentata riguarda la possibilità di stabilire un collegamento diretto tra la previdenza pubblica e quella privata, consentendo la somma tra la pensione e la rendita privata che deriva dai fondi complementari.
Puntando sulla previdenza integrativa, infatti, si consentirebbe il cumulo della pensione pubblica con le risorse che derivano dalla rendita della pensione complementare. In questo modo sarebbe più facile raggiungere i requisiti per l’uscita anticipata a 64 anni previsti dalla Legge Fornero.
Un’altra delle novità che potrebbe entrare a far parte del pacchetto di misure dedicate alla previdenza è quella che prevede una staffetta generazionale incentivata.
La misura in sé non è una novità in quanto era già stata proposta nel DDL sul Made in Italy ma era stata tagliata dal testo definitivo per questioni legate alla copertura economica.
La norma permetterebbe ai lavoratori, nei due anni precedenti il pensionamento, di lavorare part time per consentire l’assunzione agevolata di un giovane, che poi affiancherebbero per trasmettergli le competenze necessarie.
Ci vorrà ancora del tempo per arrivare ad una concreta linea d’azione in questo senso, senza contare il problema delle risorse a disposizione, troppo poche per coprire tutti gli interventi. Un quadro che quindi non lascia molto spazio per grandi novità.
Il ministro dell’Economia ha inoltre escluso qualsiasi ipotesi di nuova cessione dei crediti edilizi che con i nuovi criteri di contabilizzazione UE drenano risorse, ma si parla comunque di una mini proroga del Superbonus, limitata a ristrutturazioni avviate per almeno il 60%, così da aiutare i cantieri che si sono bloccati a causa del mercato ingessato.
Infine, c’è da considerare la riforma fiscale, per la quale il Governo, dopo l’approvazione definitiva della legge delega, ha in atto i disegni di legge attuativi da terminare entro 24 mesi. Non si esclude che un primo passaggio possa essere inserito proprio in Legge di Bilancio, in ottica di condivisione con il Parlamento e le opposizioni. Negli ultimi giorni sembra essersi fatta più concreta l’ipotesi di ampliamento del primo scaglione, se non addirittura di accorpamento dei primi due scaglioni IRPEF, applicando l’aliquota minima del 23% ai redditi fino a 28mila euro. L’ipotesi si inserisce nel solco della legge delega che mira a raggiungere progressivamente un sistema di flat tax con una riduzione graduale degli attuali scaglioni.