La Commissione europea ha lanciato una serie di iniziative per il sostegno alle piccole e medie imprese, che rappresentano il 99% delle aziende nell’economia dell’Ue.
La prima misura riguarda i pagamenti alle imprese in tempi ridotti, con un limite di 30 giorni derogabile solo in alcuni casi residuali.
Lo prevede la proposta di regolamento presentata dalla Commissione Europea il 12 settembre 2023, relativa non solo ai rapporti commerciali tra privati ma anche a quelli con la Pubblica Amministrazione. La proposta mira a garantire flussi di pagamento certi e affidabili per le piccole e medie imprese, al fine di evitare che i piccoli fornitori debbano sottostare alla prassi imposta dai creditori e attendere oltre il tempo previsto per incassare le somme spettanti. L’obiettivo è dunque rendere adeguato il quadro normativo comunitario in materia di tempi di pagamento alle imprese.
L’attuale normativa in vigore è delineata dalla Direttiva 2011/7/UE, che a detta della stessa Commissione è inadeguata anche per via dell’assenza di misure preventive e deterrenti.
La revisione della direttiva vuole quindi colmare queste lacune, migliorando la disciplina dei pagamenti per tutti gli attori interessati, quindi enti pubblici, imprese più grandi e PMI.
Sono 30 i giorni previsti dalla nuova proposta di regolamento, termine che si applicherebbe nell’ambito delle transazioni commerciali a partire dalla data di ricevimento della fattura.
Stesso termine massimo previsto anche in caso di accordi contrattuali, mentre resteranno validi i regolamenti nazionali che prevedano tempi più stringenti.
Il ritardo nei pagamenti alle imprese comporterà per il debitore l’obbligo di versamento in automatico degli interessi di mora, che scatterà qualora sussistano le seguenti condizioni:
- il creditore ha adempiuto agli obblighi contrattuali e agli obblighi previsti per legge;
- il debitore ha ricevuto la fattura o una richiesta equivalente di pagamento;
- il creditore non ha ricevuto l’importo dovuto indicato nella fattura entro 30 giorni.
Gli interessi di mora dovuti ammonteranno al tasso di riferimento, maggiorato dell’8 per cento.
A questi si aggiungerà un importo extra di 50 euro, dovuto dal debitore a titolo di risarcimento delle spese di recupero sostenute dal creditore.
A garantire il rispetto delle norme saranno i singoli Stati membri, chiamati a istituire autorità di controllo e a promuovere l’utilizzo in via volontaria della risoluzione alternativa delle controversie al fine di preservare il rapporto contrattuale e favorire la risoluzione rapida delle problematiche intercorse.
Per l’avvio operativo delle novità si resta in attesa del via libera al regolamento, che una volta approvato sarà automaticamente applicabile a tutti gli Stati membri.
L’altra proposta è invece una direttiva sul sistema fiscale della sede centrale per le Pmi, che darà alle imprese che operano a livello transfrontaliero attraverso stabili organizzazioni la possibilità di interagire con una sola amministrazione fiscale, quella della sede centrale, invece di dover conformarsi a più sistemi fiscali. Secondo la Commissione, questa direttiva aumenterà la certezza e l’equità fiscale, e ridurrà i costi di conformità e le distorsioni del mercato che influenzano le decisioni aziendali, riducendo al minimo il rischio di doppia imposizione e di controversie fiscali.
La Commissione ha proposto anche misure non legislative per sostenere le pmi e garantire che il loro pieno potenziale economico sia sfruttato. Tra queste, c’è la figura di un inviato europeo che sarà nominato per fornire orientamenti e consulenza alla Commissione sulle questioni relative alle pmi per difendere gli interessi delle pmi all’esterno.
Per agevolare le procedure amministrative e gli obblighi di segnalazione per le pmi verrà lanciato inoltre il sistema tecnico once-only entro la fine del 2023, che consentirà alle pmi di completare le procedure amministrative in tutto il mercato unico senza la necessità di ripresentare i documenti.
La Commissione infine intende semplificare e digitalizzare tutte le procedure gravose a partire dagli obblighi di reporting, nonché introdurre misure per mappare sistematicamente tali oneri e sviluppare piani di razionalizzazione mirati.