I nuovi, straordinari record al rialzo dei prezzi dei prodotti energetici all’ingrosso (quasi raddoppiati nei mercati spot del gas naturale e dell’energia elettrica nel periodo settembre-dicembre 2021) e dei permessi di emissione di CO2, stanno causando un aumento del 65% della bolletta dell’elettricità e del 59,2% di quella del gas, causando per la famiglia tipo un aumento di spesa pari a circa 900 euro.
Per mitigare l’impatto degli aumenti su famiglie e imprese, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha confermato l’annullamento transitorio degli oneri generali di sistema in bolletta e potenziato il bonus sociale alle famiglie in difficoltà, in base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2022, con cui il Governo – oltre a ridurre l’Iva sul gas al 5% per il trimestre – ha stanziato le risorse necessarie agli interventi, con ciò consentendo di alleggerire l’impatto su 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese.
Nonostante i 3,8 miliardi di euro stanziati per calmierare i rincari, la spesa per luce e gas per una famiglia tipo ammonterà a 2.383 euro (oltre il 60% in più rispetto all’anno precedente), riducendo drasticamente riduce il potere di acquisto dei cittadini al punto che si iniziano a ravvisare i primi cali dei consumi anche nel settore alimentare.
I provvedimenti finora varati dal governo non risolvono il problema, per di più, con la ripresa delle attività produttive e il conseguente aumento della domanda di energia, si sta verificando un prevedibile rialzo dei prezzi in tutta Europa, con inflazione oltre il 3%.
Artigiani, agricoltori, commercianti e pmi sono allo stremo perché i conti, familiari o aziendali che siano, alla fine non tornano.
As.N.A.L.I., come associazione di categoria, in rappresentanza delle numerose imprese sull’orlo del fallimento, chiede un intervento a sostegno delle PMI sul costo dell’energia in quanto questi aumenti mettono seriamente a rischio la sopravvivenza di molte aziende.
L’epidemia da Covid 19 ha scavato a fondo nei redditi, nella spesa per i bisogni primari e da più parti si legge in questi giorni che “La spesa per mangiare degli italiani è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010”.
As.N.A.L.I. pertanto chiede l’immediata convocazione di un tavolo tecnico di confronto e il congelamento della tariffa almeno fino a fine anno.