La misura del blocco dei licenziamenti, adottata durante l’emergenza sanitaria per evitare allontanamenti di massa di lavoratori dalle aziende in crisi, ha terminato i suoi effetti il primo novembre, ridando facoltà agli imprenditori di diversi settori di esonerare dall’impiego i propri dipendenti.
Il divieto, varato a febbraio 2020, è stato revocato a giugno scorso per le imprese medio-grandi della manifattura e dell’edilizia ed ora è terminato anche per il terziario, le piccole aziende, l’artigianato e tre comparti dell’industria: tessile, l’abbigliamento e la pelletteria.
In concomitanza con la scadenza, il governo ha però prorogato la cassa integrazione Covid nel Dl fiscale 2022 per permettere ad alcuni lavoratori di usufruire dell’istituti fino a fine anno, a partire dal primo ottobre.
Il Decreto Fiscale 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 ottobre, ha disposto infatti ulteriori settimane dell’ammortizzatore sociale, fino al 31 dicembre:
- 13 settimane per le piccole imprese del terziario, commercio, artigiani, giornalisti;
- 9 settimane per tessile-abbigliamento-pelletteria.
Per questi settori il prolungamento della Cassa integrazione Covid equivale in pratica ad una proroga del blocco dei licenziamenti, in quanto, a meno di accordi con i sindacati su esodi incentivati, cessazione definitiva d’attività d’impresa o messa in liquidazione, le aziende non posso licenziare mentre ricevono la Cig.
Con questa modalità, durante i mesi di lockdown, se da una parte il posto dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato sono stati tutelati, dall’altra sono stati penalizzati gli assunti a tempo determinato e con contratti di collaborazione che non sono stati rinnovati, con effetti che si sono riversati soprattutto sulle donne e i più giovani, ostacolati anche dallo stop al turnover, le due categorie più interessate dalle forme di lavoro precario.
La misura ha riguardato fino ad oggi licenziamenti collettivi o la possibilità per il datore di lavoro di recedere dal contratto per giustificato motivo oggettivo. Ma per i 4 milioni di lavoratori già interessati dalla fine del blocco non ci sono state grandi conseguenze sui livelli di occupazione.
La nuova proroga è stata inserita nel Decreto Fiscale, su proposta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dopo le richieste di intervento arrivate dal settore delle mense aziendali molto colpito dallo smart working e quasi al termine delle settimane di Cig a loro disposizione.