Il Consiglio dei Ministri del 29 settembre ha approvato la nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (DEF), che attualizza quanto stabilito nei mesi precedenti sulla base dei dati del quadro macroeconomico del primo e del secondo trimestre dell’anno.

Il testo rientra nei documenti di programmazione economia e finanziaria che il Governo deve approvare ogni anno secondo una precisa tabella di marcia.

Come stabilito dall’articolo 10 bis della legge 196 del 2009, la nota di aggiornamento al DEF ogni anno deve soffermarsi sui seguenti aspetti:

  • eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici rispetto al Documento di Economia e Finanza presentato ad aprile per stabilire una diversa articolazione di tali obiettivi, ovvero di recepire raccomandazioni approvate dal Consiglio dell’Unione europea, o delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica;
  • in valore assoluto, gli obiettivi di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;
  • osservazioni ed eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea sul Programma di stabilità e sul Programma nazionale di riforma;
  • indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo.

Entrando nel merito della NaDef di quest’anno, la linfa vitale che ci arriva dal PNRR e la stretta meno forte della pandemia, hanno fatto rilevare i primi effetti positivi con una previsione di crescita del Pil del 6% nel 2021 e del 4,7% nel 2022, tornando ai livelli pre-pandemia nel secondo trimestre dell’anno.

Il Pil continuerà a crescere anche nel 2023 (2,8%) e nel 2024 (1,9%) e il deficit tornerà sotto il 10%. Buone notizie anche per l’occupazione a +6,5% nel 2021, che tornerà ai livelli pre-Covid nel 2024.

Il più alto livello di Pil e il minor deficit fanno anche sì che il rapporto tra debito pubblico e prodotto non salga ulteriormente quest’anno, come previsto nel Def, ma scenda invece al 153,5 per cento, dal 155,6 per cento nel 2020.

Alle buone notizie su PIL e debito pubblico, però, non si accompagnano le tanto attese notizie sulla riforma fiscale. I cenni non mancano, in particolare alla revisione dell’IRPEF, ma non arriva nessuna certezza in più sulle prospettive future.

Tra le misure delineate nel pacchetto Nadef, figurano anche il prolungamento di alcune soluzioni adottate nel corso del 2020 come il Superbonus 110% prorogato anche per il 2023, la Transizione 4.0 e il potenziamento del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI.

Nel testo della Nadef 2021 si legge che “il sentiero programmatico per il triennio 2022-2024 consentirà di coprire le esigenze per le ‘politiche invariate’ e il rinnovo di svariate misure di rilievo economico e sociale, fra cui quelle relative al sistema sanitario, al Fondo di Garanzia per le PMI, all’efficientamento energetico degli edifici e agli investimenti innovativi. Si interverrà sugli ammortizzatori sociali e sull’alleggerimento del carico fiscale. L’assegno unico universale per i figli verrà messo a regime”.

In manovra inoltre “sarà rafforzato il sistema sanitario nazionale, al fine di migliorare l’accesso alle cure e incoraggiare la prevenzione. Risorse aggiuntive saranno destinate ai rinnovi dei contratti pubblici e al rifinanziamento delle politiche invariate non coperte dalla legislazione vigente, tra cui missioni di pace, taluni fondi di investimento e il rinnovo di alcune politiche in scadenza”.

Nella sezione della Nadef dedicata ad ambiente ed energia, si evince che “il governo intende fornire una maggiore stabilità e pianificazione delle scelte per la transizione energetica tramite l’introduzione di una programmazione quinquennale per favorire gli investimenti nel settore”.

“Sono anche previste un’accelerazione nello sviluppo della rete elettrica e della rete del gas – continua il documento – e semplificazioni per la realizzazione degli elettrolizzatori alimentati da fonti rinnovabili”. Inoltre si guarda a “una serie di disposizioni nell’ottica del Green new deal, necessarie per dare attuazione alle misure del PNRR in materia di energie rinnovabili, con la finalità di individuare un insieme di misure e strumenti coordinati, già orientati all’attuazione del pacchetto ‘Fit for 55′”.

Dal CdM ok alla NaDef 2021
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