Nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea: è arrivata una nuova sforbiciata – la sesta consecutiva dallo scorso giugno – di 25 punti base.

Il tasso sui depositi, quello di riferimento, passa così dal 2,75% al 2,50%. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali cala dal 2,90% al 2,65% e quello sui prestiti marginali da 3,15% a 2,90%. “La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera”, scrive la Bce in un comunicato.

Prosegue dunque il processo disinflazionistico verso il target del 2%: “Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2% nel 2027”. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe al 2,2% nel 2025, al 2% nel 2026 e all’1,9% nel 2027.

La presidente della Bce Christine Lagarde invita però alla prudenza: “Se i dati ci diranno che non è il momento di tagliare, non taglieremo i tassi e faremo una pausa mette”. E mette in guardia dal possibile effetto dei dazi Usa sull’economia.

Francoforte precisa che “l’economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita”. Le stime per il Pil passano così allo 0,9% per il 2025 (era 1,1% nelle previsioni di dicembre scorso), all’1,2% per il 2026 (dall’1,4%) e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso, spiega la Banca, “riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche

Christine Lagarde aggiunge che l’economia dell’area euro “ha probabilmente visto una crescita modesta nel quarto trimestre 2024” e che i primi due mesi del 2025 “hanno visto continuare la tendenza dello scorso anno”. A trattenere gli investimenti è il clima di “elevata incertezza” che continua a respirarsi. La ripresa, ha spiegato, non può che essere legata a una ripresa della domanda, “purché le tensioni commerciali non vedano un’ulteriore escalation”. Il riferimento è alla eventualità di una guerra dei dazi sulla scia di quanto annunciato da Trump. E mentre a Bruxelles il consiglio europeo discute proprio di questi temi, Lagarde sottolinea come “un aumento nella spesa per la difesa e per le infrastrutture potrebbe far salire la crescita”.

Gli operatori di mercato sono cauti nel guardare al futuro, ipotizzando una pausa nei tagli dei tassi di interesse per il mese di aprile. Una riduzione complessiva dei tassi al 2% dal 2,75% nel 2025 appare meno certa rispetto a qualche settimana fa, con i contratti swap che iniziano a prezzare un taglio complessivo del tasso sui depositi inferiore ai 75 punti base. È l’effetto del massiccio stimolo di bilancio atteso dalla Germania – fra spesa militare e infrastrutture – da cui si attende una spinta alla crescita e all’inflazione che potrebbe rendere la Bce più cauta sulla riduzione dei tassi d’interesse.

Nuovo taglio al costo del denaro dalla BCE
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