Dal 2025 cambiano le condizioni di accesso alla Naspi, il sussidio di disoccupazione. A partire dal 1° gennaio i lavoratori che presenteranno dimissioni per lasciare volontariamente un contratto a tempo indeterminato potranno accedere alla Naspi, purché abbiano maturato almeno 13 settimane di contribuzione dopo l’ultimo rapporto di lavoro cessato.

Si tratta di una modifica significativa rispetto alla normativa attuale, che prevede l’accesso al sussidio solo in caso di disoccupazione involontaria (licenziamento o scadenza di un contratto). La misura viene accolta positivamente da chi sottolinea l’importanza di poter offrire una “via di fuga” da situazioni lavorative infelici in cui potrebbe essere difficoltoso per il dipendente provare di essere stato vittima di vessazioni o mobbing.

Oggi sono questi i requisiti per poter accedere alla Naspi:

  • stato di disoccupazione involontaria;
  • avere non meno di 13 settimane di contribuzione nei 4 anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.

Chi si ritrovi in stato di disoccupazione deve inoltre dichiarare di essere immediatamente disponibile a lavorare inviando un’istanza al sistema informativo unitario delle politiche del lavoro. L’indennità di disoccupazione spetta a partire dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione del rapporto di lavoro e viene corrisposta mensilmente un numero di settimane pari alla metà delle settimane contributive degli ultimi 4 anni.

Se da un lato la Naspi per dimissioni volontarie offre un nuovo diritto ai lavoratori, dall’altro lato vengono anche imposti dei limiti.

Dal 10 gennaio 2025 entrerà in vigore la nuova regola per chi si dimette volontariamente e, dopo, perde un lavoro involontariamente per licenziamento o per la naturale scadenza di un contratto a termine. In questi casi, vale sempre la regola delle 13 settimane: la Naspi sarà concessa solo se il lavoratore avrà maturato almeno 13 settimane di contribuzione tra la dimissione e il nuovo evento di cessazione.

Ma c’è anche un altro intervento normativo che riguarda la Naspi: perde il diritto all’indennità di disoccupazione il lavoratore che si sia assentato dal lavoro, senza giustificato motivo, per un numero eccessivo di giorni.

La normativa introduce un limite di 15 giorni di assenza dal lavoro ingiustificata, ma si tratta di una deroga in caso il termine temporale non sia stato precedentemente indicato dal Ccnl, che in genere si aggira sui 3 giorni o poco più. Dopo di che scattano le dimissioni per fatti concludenti (note anche come dimissioni tacite), contro le quali non si può opporre ricorso al giudice del lavoro.

Nuove regole per la Naspi a partire dal 2025
Tag:                                     

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *