La Commissione Ue approva il Piano strutturale di bilancio (Psb) e il Documento programmatico di bilancio (Dpb) dell’Italia. Bruxelles ritiene che il Psb messo a punto dal governo Meloni “soddisfi i requisiti” del nuovo Patto di stabilità, definendo “un percorso fiscale credibile” per garantire che il debito pubblico sia posto su un percorso discendente credibile. Bene anche il Dpb, “in linea con le raccomandazioni” grazie a una spesa netta proiettata entro i limiti previsti.

Il riferimento è alle stime di crescita del Pil italiano dell’1,2% nel 2025, rispetto all’1% delle previsioni autunnali della Commissione. “La principale differenza”, si nota, “riguarda la crescita del Pil reale e riflette un riporto meno favorevole per il 2024, che è stato aggiornato dopo la data di cut-off delle proiezioni macroeconomiche del Draft Budgetary Plan, nonché le previsioni più basse della Commissione per la domanda interna in entrambi gli anni, soprattutto per gli investimenti”. Altra nota positiva: i rischi per il raggiungimento degli obiettivi fiscali per il 2025 indicati nel Dpb dell’Italia “sono inclinati verso il basso e riguardano principalmente alcune delle misure annunciate sul fronte della spesa”.

Nel Pacchetto di autunno del Semestre europeo si è stabilito che i Psb di 20 Paesi “soddisfano i requisiti” richiesti. Oltre all’Italia, si tratta di Croazia, Cipro, Cechia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Irlanda, Grecia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia. Per tutti la Commissione europea raccomanda che il Consiglio Ue approvi il percorso di spesa netta indicato nei Psb. Per cinque Paesi l’Ue ritiene che le misure indicate soddisfino i criteri per giustificare l’estensione del piano a cinque anni: Italia, Finlandia, Francia, Spagna e Romania. Ancora da valutare il Piano a medio termine dell’Ungheria.

Guardando ai Dpb, otto sono giudicati “in linea” con le raccomandazioni di spesa: Italia, Grecia, Cipro, Lettonia, Slovenia, Slovacchia, Croazia e Francia. Presentate le raccomandazioni per gli otto Paesi in procedura per disavanzo eccessivo. In questo caso si tratta di Italia, Belgio, Francia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Romania e Slovacchia. Nell’assenza di un piano o di una raccomandazione a medio termine per il Belgio e l’Ungheria, segnala la Commissione, il percorso correttivo del deficit eccessivo sarà basato sulla traiettoria tecnica a quattro anni. L’Austria, infine, non è attualmente in procedura per disavanzo eccessivo, ma con un deficit proiettato oltre il 3% del Pil nel 2024 e una proiezione oltre il 3% per il 2025 e il 2026 anche nelle previsioni della Commissione, l’esecutivo “considererà di proporre al Consiglio di stabilire che esiste un deficit eccessivo in Austria”. Vienna, spiega l’Ue, ha già indicato di voler prendere le misure necessarie a farlo rientrare sotto il 3% nel 2025 e la Commissione fa sapere di esser pronta a valutarle non appena formalmente concordate e dettagliate.

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