Nuova classificazione per le attività di Influencer marketing, con l’attivazione del codice Ateco 73.11.03 dedicato a tutta la Creator Economy, che al suo interno comprende anche le attività degli utenti/marketer sui social media. Entrerà in vigore a partire dal 1°gennaio 2025 andando incontro alla richiesta di una normativa sistemica dedicata all’intero settore che, secondo le stime, fa girare quasi 400 milioni di euro, in crescita costante di anno in anno.

Il nuovo codice sostituisce i codici già esistenti per altre categorie a scopi di fatturazione, come ad esempio 73.11.01 per le campagne pubblicitarie e 73.11.02 per altri servizi pubblicitari.

n caso di cambiamenti dell’attività, il codice deve essere modificato entro 30 giorni dalla variazione compilando i moduli AA9/11 e AA7/10, tramite Comunicazione Unica o indicando il nuovo codice nel modello Redditi.

A partire dal 2025 dunque chiunque voglia intraprendere la carriera di influencer o content creator a livello professionale dovrà aprire una partita IVA  ed intraprendere un processo che prevede:

  • L’iscrizione alla Camera di Commercio tramite la pratica ComUnica;
  • Pagamento di imposte e tasse come:
    • 17,50 euro di imposta di bollo;
    • 18 euro di diritti di segreteria;
    • 53-120 euro di diritto camerale annuale;
  • La registrazione presso l’ufficio Suap del Comune di riferimento (con un costo massimo di 200 euro).

Inoltre, sarà obbligatorio dotarsi di strumenti come una firma digitale e una posta elettronica certificata (PEC), con costi annui che si aggirano intorno ai 35 euro.

Un capitolo significativo riguarda i contributi previdenziali e le imposte. Gli influencer dovranno versare:

  • Contributi fissi di 4.515,43 euro annui, indipendenti dal volume d’affari;
  • Contributi variabili, calcolati sul reddito imponibile eccedente i 18.415 euro, con un’aliquota del 24,48%.

Dal punto di vista fiscale, il regime forfettario consente una tassazione agevolata al 5% per i primi cinque anni, applicata al 78% del volume d’affari. In alternativa, il regime ordinario prevede aliquote progressive Irpef, dal 23% al 43% a seconda del reddito.

La regolamentazione nasce anche con l’obiettivo di contrastare l’evasione fiscale, che in questo settore ha raggiunto proporzioni significative. La Guardia di Finanza ha già condotto diverse operazioni per scoprire redditi non dichiarati, con casi emblematici come quello di marzo 2024, in cui sono stati individuati 11 milioni di euro di redditi nascosti. Tra le pratiche elusive più diffuse vi sono:

  • Pagamenti in nero;
  • “Barter agreements” non dichiarati, ossia compensi sotto forma di prodotti o benefit;
  • Dichiarazioni di prestazioni gratuite.

Il nuovo codice Ateco rappresenta quindi uno strumento fondamentale per monitorare e regolamentare un settore in crescita esponenziale.

Arriva il codice Ateco per gli Influencer
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