Il Consiglio dei Ministri, inizialmente fissato per delineare solo il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles, si riunirà per varare la Manovra 2025 che dovrebbe aggirarsi intorno ai 25 miliardi e confermare a grandi linee le misure dello scorso anno.

Nella Legge di bilancio ci saranno il tanto discusso contributo delle banche e i tagli lineari per i ministeri, misure estremamente delicate, dettate dai “sacrifici” chiesti dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Da parte bancaria si confida che non ci sarà un intervento né sull’Ires né sull’Irap, ma un contributo sotto forma di intervento sulle Dta (imposte differite attive, ndr.) e sulle stock option. Si ipotizza anche un intervento per i fondi utilizzati per rafforzare il patrimonio bancario. In ogni caso si starebbe cercando una convergenza sull’entità del contributo.

Dal Mef trapela inoltre che saranno confermati gli interventi in favore dei redditi medio bassi e delle famiglie con figli, grazie ai tagli e razionalizzazione delle spese e non ci sarà aumento di tasse per le persone e le aziende.

Taglio del cuneo e Irpef a tre aliquote diventano strutturali. Interventi che, assicura il presidente della commissione Finanze della Camera Marco Osnato (FdI), permetteranno di abbassare la pressione fiscale dal 42,3% del 2024 al 42,1% nel 2025, riducendo così il dato tendenziale del 42,8% indicato nel Piano strutturale di bilancio.

In merito allo spending, l’obiettivo è fissato a 3 miliardi con tagli lineari che, secondo quanto si apprende da fonti qualificate del governo, saranno comunque gestiti in modo flessibile dai i singoli dicasteri che potranno decidere come distribuire la cifra imposta dal Mef.

Previste anche risorse per la sanità con una cifra vicina ai 3,2 miliardi, che il ministro della Salute Orazio Schillaci utilizzerà in primis per avviare l’annunciato piano triennale di assunzioni per medici e infermieri.

Per la PA il ministro Paolo Zangrillo assicura stanziamenti per i contratti 2025/27, mentre sul fronte delle pensioni si punta a perfezionare il bonus Maroni, incentivando chi sceglie di rimanere al lavoro.

Dovrebbe essere confermato infine anche per il 2025 il bonus ristrutturazioni al 50%, ma solo per le prime case, mentre per tutte le altre da gennaio scenderà al 36%.

Al varo del CdM la Manovra 2025
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