Il Consiglio dei ministri ha approvato il Def, Documento di economia e finanza che riporta le strategie di lungo periodo individuate dall’esecutivo in materia economica e finanziaria e delinea le previsioni economiche e di finanza pubblica per il triennio a venire. Il governo utilizzerà a fine anno queste linee guida per delineare le misure contenute nella Legge di Bilancio.

Il CdM del 9 aprile ha fissato il Pil del 2024 al +1% mentre nella Nadef il Pil programmatico era al +1,2%.  Cresce anche il rapporto fra Debito e Pil, che viene stabilito al 137,8% per quest’anno per poi salire al 138,9% nel 2025 e al 139,8% nel 2026.

Dal quadro tendenziale emerge che l’indebitamento netto è pari al 4,3% del Pil quest’anno per poi ridursi al 3,7% nel 2025, al 3% nel 2026 e al 2,2% nel 2027. Il dato del 2024 coincide con la stima programmatica della Nadef, ma si discosta lievemente dai numeri indicati per gli anni successivi.

Il Pil crescerà dell’1,2% nel 2025, dell’1,1% nel 2026 e dello 0,9% nel 2027, secondo quanto indicato nel quadro tendenziale del Def.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in conferenza stampa dopo il CdM, ha sottolineato che il debito pubblico in risalita previsto dal Def “è pesantemente condizionato dai riflessi per cassa del superbonus nei prossimi anni ma successivamente al 2026 dovrebbe iniziare a scendere”.

Il ministro ha inoltre ricordato come il Def appena varato tenga conto delle decisioni, della rivoluzione delle regole bilancio fiscali in sede europea.

Nel Piano fiscale-strutturale il governo fornirà tutti gli elementi utili alla costruzione della nuova Manovra. Il Piano fiscale strutturale di medio termine (previsto dalle nuove regole europee) dovrà essere presentato alle autorità europee entro il 30 aprile con una cadenza allineata alla durata della legislatura nazionale, che nel nostro ordinamento è fissata in 5 anni. Per l’anno in corso sarà applicato un regime transitorio, che prevede la presentazione del Piano alla Commissione europea entro il 20 settembre.

 Nella fase attuale in cui mancano ancora le indicazioni operative su come dovrà essere impostato il Piano, è stata concordata a livello europeo la possibilità di sospendere le vecchie procedure per evitare di svuotare l’atto politico di contenuto. Il processo si concluderà in tempo per la messa a punto della Legge di Bilancio per il 2025.

Dal Cdm via libera al Documento di Economia e Finanza
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