L’Ocse ha confermato le previsioni di crescita economica per l’Italia. Il PIL dovrebbe segnare infatti una crescita dello 0,7% quest’anno, analoga a quella del 2023, e una lieve accelerazione al più 1,2% nel 2025. Il tasso di disoccupazione salirebbe quest’anno al 7,8%, due decimali in più del 2023, ma poi si riporterebbe al 7,6% nel 2025. Sempre secondo l’Ocse l’inflazione di fondo, ossia la crescita dei prezzi al netto di energia e alimentari, si smorzerebbe al 3,1% quest’anno, dal 4,5% del 2023, e al 2,55 nel 2025. Infine, l’incidenza del debito pubblico lordo sul Pil resterebbe immutata al 141,4% quest’anno, per poi limarsi al 140,5% nel 2025.
L’Ocse raccomanda all’Italia di intervenire per consolidare le finanze pubbliche, tenuto conto dell’elevato livello del debito e della sua traiettoria, che in assenza di cambiamenti nelle politiche prevede un incremento. Tra il 2023 e il 2040, la spesa pubblica per i costi connessi all’invecchiamento della popolazione e al servizio del debito dovrebbe aumentare di circa il 4,5 % del Pil. È probabile che l’accelerazione della transizione climatica e l’adattamento ai cambiamenti climatici generino ulteriori pressioni sulla spesa.
Sarà necessario un pacchetto completo di riforme per passare a una crescita guidata dall’innovazione e rafforzare, al contempo, l’inclusività, sottolinea ancora l’Ocse nel rapporto sull’economia italiana. Le prospettive dei giovani sul mercato del lavoro potrebbero essere migliorate potenziando gli Istituti Tecnologici Superiori (Its Academy), mentre la partecipazione delle donne al mercato del lavoro potrebbe essere rafforzata ampliando in misura considerevole la copertura dei servizi per la cura della prima infanzia, nonché aumentando ulteriormente gli incentivi per il congedo di paternità.
Secondo l’Ocse è necessario intervenire anche sulle pensioni che rappresentano una quota cospicua della spesa pubblica complessiva che potrebbe essere contenuta eliminando gradualmente i regimi di pensionamento anticipato.
Le riforme in corso nel settore della giustizia civile e della Pubblica Amministrazione in Italia saranno fondamentali per aumentare gli investimenti e la produttività. È semplificare le procedure giuridiche e amministrative, ad aumentare le capacità e a rafforzare gli incentivi correlati alla performance dei giudici e dei dipendenti pubblici.
In Italia gli incentivi al lavoro per i beneficiari delle prestazioni che hanno sostituito il Reddito di cittadinanza potrebbero essere migliorati rendendo più graduale la revoca del sussidio in caso di assunzione. L’ampliamento, a un tasso ridotto, della copertura dell’assegno di inclusione alle persone con prospettive molto deboli sul mercato del lavoro garantirebbe che i limitati fondi disponibili per la formazione siano mirati alle persone impiegabili, garantendo allo stesso tempo che i più vulnerabili rimangano coperti dalla rete di sicurezza sociale.
Dall’Ocse arriva anche la raccomandazione all’Italia di accelerare la riduzione delle emissioni. La bassa intensità energetica che caratterizza l’attività economica e le abbondanti risorse di energia solare collocano l’Italia in una buona posizione per realizzare la transizione climatica. Tuttavia, per accelerare la riduzione delle emissioni e l’adattamento ai cambiamenti climatici occorre rafforzare ulteriormente le misure esistenti e introdurre politiche aggiuntive.
In Italia il potenziamento dei trasporti pubblici e la riduzione del numero di automobili altamente inquinanti contribuirebbero ad abbattere le emissioni del settore dei trasporti, afferma ancora l’Ocse, secondo cui sarebbe possibile decarbonizzare ulteriormente i trasporti investendo nella rete ferroviaria, riducendo il trattamento fiscale favorevole al gasolio rispetto alla benzina e introducendo incentivi finanziari per la rottamazione delle vecchie autovetture, indipendentemente dall’acquisto di nuove. L’utilizzo delle vetture elettriche potrebbe essere promosso incrementando la diffusione di stazioni di ricarica accessibili al pubblico eliminando gradualmente le sovvenzioni all’acquisto di automobili con motore a combustione interna e riorientando il sostegno all’acquisto di modelli di livello base di vetture elettriche, nonché allineando le tasse sulla vendita, sull’immatricolazione e sulla proprietà delle automobili al livello delle emissioni prodotte.