A partire dal 1° gennaio 2025, i contribuenti italiani avranno più tempo per sanare eventuali irregolarità fiscali, grazie all’estensione dei termini per il pagamento degli avvisi bonari, prevista dalla riforma fiscale.
Fino al 31 dicembre 2024, i contribuenti avevano 30 giorni per pagare, chiedere rateizzazione o fornire chiarimenti. Con le modifiche introdotte dal D. Lgs. 5 agosto 2024, n. 108, per le comunicazioni elaborate dal 1° gennaio 2025, il termine per il pagamento delle somme dovute è esteso a 60 giorni. Questo vale sia per la comunicazione iniziale di irregolarità, sia per eventuali comunicazioni definitive successive a un chiarimento fornito dal contribuente. Rimane il termine “maggiorato” di 90 giorni per la liquidazione automatica, se l’avviso bonario è recapitato all’intermediario abilitato.
La nuova normativa offre ai contribuenti più tempo per regolarizzare la propria posizione senza incorrere in ulteriori sanzioni, mantenendo invariata la possibilità di beneficiare delle riduzioni previste sulle penalità in caso di pagamento tempestivo.
Resta, invece, invariata la tempistica del pagamento relativamente ai redditi soggetti a tassazione separata per i quali il contribuente ha 30 giorni per pagare le somme dovute, senza interessi o sanzioni se rispetta il termine. In caso di mancato pagamento, si procederà con l’iscrizione a ruolo, applicando interessi e sanzioni.
Con le nuove previsioni introdotte dal D. Lgs. n. 13 del 2024 è stato apportato inoltre un cambiamento importante nell’approccio ai controlli fiscali. Il provvedimento, infatti, promuove l’uso di modelli d’intelligenza predittiva.
Con il nuovo algoritmo, saranno maggiormente esposte ai controlli fiscali:
- professionisti e lavoratori autonomi: chi non tiene una contabilità automatizzata o non ha una documentazione completa potrebbe essere soggetto a verifiche, specialmente se le spese dichiarate appaiono eccessive rispetto ai redditi;
- imprese in settori ad alto rischio: le aziende che operano in settori come commercio, servizi e turismo, notoriamente più soggetti a fenomeni di evasione fiscale, saranno probabilmente oggetto di controlli più frequenti;
- dichiarazioni con discrepanze nei dati: errori formali o incongruenze tra i redditi dichiarati e quelli verificabili tramite altre fonti, come registri bancari o dati pubblici, rappresentano un elemento di rischio per i contribuenti;
- irregolarità nei pagamenti IVA: le dichiarazioni IVA che non combaciano con le altre sezioni della dichiarazione fiscale, o che evidenziano schemi di possibile evasione, saranno selezionate per controlli più approfonditi.