L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato lo scorso 22 luglio 2024, il provvedimento con il quale viene stabilita la percentuale del credito d’imposta effettivamente fruibile, in relazione al credito d’imposta ZES di cui all’art. 16 del D.L. 124/2023.

Tale percentuale, pari al 17,6668%, è stata ottenuta dal rapporto tra il limite di spesa e l’ammontare complessivo dei crediti d’imposta risultanti dalle comunicazioni validamente presentate. L’ammontare massimo del credito d’imposta fruibile da ciascun beneficiario è pari al credito risultante dall’ultima comunicazione presentata con il modello CIM Zes Unica moltiplicato per la predetta percentuale.

Si tratta di una percentuale irrisoria che conferma quanto già si poteva immaginare fin dall’inizio considerato che le risorse disponibili erano troppo poche rispetto alla platea dei potenziali beneficiari del bonus.  Il contributo atteso dalle aziende in linea di principio sarebbe potuto arrivare fino al 60%, sotto forma di credito d’imposta, destinato alle aziende che effettuano investimenti – da 200mila a 100 milioni di euro, in ragione di investimenti realizzati (o che si intendono realizzare) dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024 relativi all’acquisizione di beni strumentali destinati a strutture produttive ubicate nella ZES unica. Ogni beneficiario può visualizzare il credito d’imposta fruibile nel proprio cassetto fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate e può utilizzarlo esclusivamente in compensazione.

Il beneficio è utilizzabile dal 23 luglio – nella percentuale ridotta stabilita del provvedimento – solo per gli investimenti realizzati, fatturati e certificati alla data di invio della Comunicazione CIM Zes unica.

Per gli investimenti per i quali, invece, difetta la fattura elettronica o la certificazione ovvero quelli non ancora realizzati, il credito potrà essere realizzato solo dopo l’invio della Comunicazione integrativa che potrà essere inoltrata dal 31 luglio 2024 al 17 gennaio 2025.

Il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, “si tratta di un provvedimento adottato dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate senza alcun confronto”, in quanto “le imprese hanno prenotato un ammontare di credito d’imposta superiore a quello corrispondente agli investimenti già realizzati, e l’esatto ammontare di investimenti da agevolare sarà noto solo nel 2025, quando le imprese daranno evidenza degli investimenti effettivamente realizzati. Ciò significa che l’ammontare di credito d’imposta richiesto è solo un valore potenziale, che deve essere attentamente esaminato”.

Gli effetti del taglio, oltre a disincentivare gli investimenti al sud, rischiano, a dire del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, di vedere il PNRR non essere terminato entro il 2026 perché non c’è la capacità di spendere effettivamente i soldi stanziati, con la conseguente perdita di fondi da parte dell’Italia.

Prospettiva che è balenata ieri in un rapporto del Fondo Monetario Internazionale che ha esortato il governo a spendere per compensare il calo degli investimenti, In caso contrario la crescita sarebbe ulteriormente indebolita.

Credito d’imposta ZES, il Ministro Fitto scrive all’agenzia delle entrate

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