Il potere d’acquisto delle famiglie è cresciuto rispetto al trimestre precedente del 3,3%, lievemente frenato dall’aumento dei prezzi al consumo (+0,2% la variazione congiunturale del deflatore implicito dei consumi delle famiglie). Lo rende noto l’Istat. Cresce anche la propensione al risparmio delle famiglie che è aumentata di 2,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 9,5%.
La pressione fiscale, invece, è stata pari al 37,1%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In termini nominali, il reddito disponibile delle famiglie è aumentato del 3,5% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è cresciuta dello 0,5%.
Nel primo trimestre 2024 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al -8,8% (-11,6% nello stesso trimestre del 2023). Il saldo primario delle AP (indebitamento al netto degli interessi passivi) è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -5,3% (-8,5% nel primo trimestre del 2023). Il saldo corrente delle AP è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil del -4,1% (-5,2% nel primo trimestre del 2023).
L’Istat rileva anche che la quota di profitto delle società non finanziarie, stimata al 42,7%, è diminuita di 1,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, mentre il tasso di investimento delle società non finanziarie è aumentato di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, attestandosi al 20,5%.
“Nel primo trimestre del 2024 il quadro di finanza pubblica mostra un indebitamento in miglioramento e una pressione fiscale in crescita rispetto al corrispondente trimestre dell’anno precedente”, si legge nel commento dell’Istat. Nonostante alcune battute di arresto nei trimestri precedenti, il potere d’acquisto delle famiglie prosegue il percorso di ripresa che, grazie al rallentamento della dinamica dei prezzi, era cominciato nel primo trimestre dello scorso anno. Prosegue inoltre la ripresa della propensione al risparmio delle famiglie, che aveva toccato il suo minimo storico nell’ultimo trimestre del 2022. Le società non-finanziarie sperimentano una dinamica opposta, con la quinta flessione consecutiva della quota di profitto, dopo il picco osservato nell’ultimo trimestre del 2022″.