La Commissione europea ha presentato all’Italia una serie di raccomandazioni per il 2024-2025 nel pacchetto di primavera del semestre europeo. Tra i punti salienti figurano l’applicazione del nuovo Patto di stabilità, la riforma fiscale, l’aggiornamento del catasto e il rafforzamento della gestione dei fondi Ue.
Secondo la Commissione, l’Italia deve “affrontare le sfide demografiche per mitigare gli effetti sulla crescita a lungo termine e ottenere finanze pubbliche sostenibili”, oltre ad “aumentare la concorrenza e migliorare la regolamentazione” in alcuni settori per stimolare la crescita.
Nel “Report annuale sulle economie nazionali” pubblicato mercoledì 19 giugno, si evidenzia che l’Italia ha “vulnerabilità” a causa dell’alto debito, che, con politiche invariate, potrebbe salire al 168% nel 2034.
Un obiettivo chiave per l’Italia dovrebbe essere “riformare il sistema fiscale per fornire maggiori incentivi alla crescita, con particolare attenzione alla riduzione del cuneo fiscale sul lavoro” e “aggiornando i valori catastali”.
La Commissione auspica inoltre che il Paese possa “rafforzare la capacità amministrativa per gestire i fondi dell’Ue, accelerare gli investimenti e mantenere lo slancio nell’attuazione delle riforme”.
Per quanto riguarda il Pnrr, si sottolinea la necessità di “affrontare i ritardi emergenti” e, per le politiche di coesione, di “accelerare l’attuazione dei programmi”.
Bruxelles affronta anche il tema delle concessioni balneari, che dovrebbero essere abolite e sostituite da un nuovo sistema di assegnazione che favorisca la concorrenza e rispetti le normative Ue, con benefici per il bilancio dello Stato. Analizzando il sistema di tassazione nazionale e gli introiti per le casse dello Stato, si osservano “significative perdite di entrate in relazione alle concessioni pubbliche, comprese le spiagge”.
Rimane in sospeso la decisione della Commissione europea in materia di concessioni balneari, con la multa finora rinviata per ragioni politico-elettorali, ma che alla fine verrà definita. Si chiede all’Italia di evitare uno scontro aperto quando sarà il momento.
Il documento boccia anche l’autonomia differenziata, recentemente approvata dal Senato e in attesa della firma del Presidente della Repubblica, per timori che possa accentuare le disuguaglianze.
“Nel gennaio 2024 il Senato ha approvato la legge per l’attuazione dei livelli differenziati di autonomia delle regioni a statuto ordinario, che potranno richiedere fino a 23 competenze aggiuntive e trattenere le risorse corrispondenti”, si legge nel rapporto.
Nonostante il disegno di legge preveda tutele per le finanze pubbliche, “sebbene assegni specifiche prerogative al governo nel processo negoziale, non fornisce alcun quadro comune per valutare le richieste regionali di competenze aggiuntive”.
La raccomandazione della Commissione per il Mezzogiorno è di adottare una strategia opposta, favorendo la centralizzazione dell’azione politica: “una strategia industriale e di sviluppo per il Mezzogiorno migliorerebbe il valore aggiunto degli investimenti”.