È stato pubblicato, sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il decreto che promuove la realizzazione di sistemi agrivoltaici innovativi di natura sperimentale. Obiettivo del provvedimento, che entrerà in vigore a partire dal 14 febbraio, è la realizzazione di almeno 1,04 gigawatt di nuovi impianti, nei quali possano coesistere la produzione di energia pulita con l’attività agricola.

“Con questo decreto – spiega il Ministro Gilberto Pichetto – aggiungiamo un altro tassello alla nostra strategia energetica, valorizzando in questo caso la grande potenzialità del settore agricolo impegnato nella transizione”.

Il Decreto ministeriale è frutto del Dlgs n. 199 del 2021 e del PNRR che assegna una precisa linea di investimento alla realizzazione di “sistemi agrivoltaici avanzati” o di “natura sperimentale”, termini indicano precisi impianti fotovoltaici basati su soluzioni integrate e innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, ed eventuale tracciamento solare.

L’atto ministeriale prevede due incentivi per l’agrivoltaico avanzato in Italia:

  • una tariffa incentivante applicata alla produzione di energia elettrica netta immessa in rete.
  • un contributo in conto capitale nella misura massima del 40% dei costi ammissibili;

La tariffa incentivante sarà determinata attraverso una procedura di gara competitiva secondo la regola del pay-as-bid e gestita attraverso la stipula di CfD (contratti per differenza) a due vie. L’aiuto coprirà la differenza tra le tariffe di riferimento ed eventuali prezzi dell’energia bassi. In caso di prezzi dell’energia elevati, interverrà, invece, un meccanismo di recupero di qualsiasi importo superiore.

Il contributo in conto capitale vale su una serie di investimenti entro un limite di spesa massima di 1.700 euro per kW installato nel caso di impianti agrivoltaici avanzati di taglia fino a 300 kW, e di 1.500 euro il kW per taglie superiori. Le tipologie di spese ammesse riguardano ovviamente la realizzazione dell’impianto ma anche la fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo, le attrezzature per il sistema di monitoraggio e di programmi informativi funzionali alla gestione dell’impianto, la connessione alla rete elettrica nazionale. Nella lista rientrano anche le opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento, l’acquisto, il trasporto e l’installazione di macchinari, impianti e attrezzature hardware e software, gli studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari, progettazioni, indagini geologiche e geotecniche il cui onere è a carico del progettista per la definizione progettuale dell’opera, direzioni lavori, collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo.

I beneficiari degli incentivi PNRR all’agrivoltaico sono imprenditori agricoli in forma individuale o societaria (anche cooperativa), società agricole, nonché consorzi costituiti tra due o più imprenditori e/o società del settore, comprese le cooperative agricole e le associazioni temporanee di imprese che includano almeno uno dei soggetti sopra elencati. Sono esclusi dai sussidi sia le imprese in difficoltà che soggetti esonerati dalla tenuta della contabilità IVA, nonché tutti gli impianti agrivoltaici che abbiano iniziato i lavori di realizzazione prima di aver presentato istanza di partecipazione alle procedure bandite

L’accesso agli incentivi del DM si basa sull’assegnazione di contingenti di potenza tramite procedure pubbliche, distinte in registri e aste e bandite dal GSE nel corso del 2024. Per i registri è previsto un contingente di 300 MW dedicato a impianti agrivoltaici di potenza fino a 1 MW. Nel caso delle aste il contingente messo in gara è di 740 MW aprendo le porte ad impianti di qualsiasi potenza.

Per accedere alle procedure bandite, però, le installazioni dovranno garantire il rispetto di una serie di requisiti:

  • possesso del titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio;
  • possesso del preventivo di connessione alla rete elettrica accettato in via definitiva;
  • rispetto dei requisiti specifici quali la “Superficie minima destinata all’attività agricola” o la “Producibilità elettrica minima”;
  • garanzia della continuità dell’attività di coltivazione agricola e pastorale sottostante l’impianto;
  • impianti di nuova costruzione e realizzati con componenti di nuova costruzione;
  • conformità alle norme nazionali e unionali in materia di tutela ambientale e del principio “non arrecare un danno significativo”.

I sistemi agrivoltaici risultanti in posizione utile nelle relative graduatorie dovranno entrare in esercizio entro 18 mesi a decorrere dalla data di comunicazione dell’esito della procedura e non oltre il 30 giugno 2026.

Decreto Agrivoltaico, in arrivo nuovi incentivi
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