L’Istat ha confermato la stima preliminare dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, che segnava un aumento dello 0,2% su base mensile da un calo dello 0,5% di novembre. Su base annua, l’Istituto nazionale di statistica ha confermato l’indice allo 0,6%, in rallentamento da un più 0,7% del mese precedente e dall’11,6% di dicembre 2022.

Il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione è dovuto per lo più ai prezzi dei beni energetici regolamentati, in flessione del 42% da un calo del 35%, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, che passano a un più 3,6% dal 4,6% e degli alimentari lavorati, in calo al 4,9% dal 5,8%.

Al contrario, l’Istat segnala il rallentamento del calo dei prezzi degli energetici non regolamentati – che passa da un meno 22,5% a un meno 21,1% – e un’accelerazione degli aumenti degli alimentari non lavorati, che salgono del 7,0% dal 5,6%.

L’aumento congiunturale dell’indice generale, invece, è dovuto, per lo più, alla crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti, in aumento dell’1,4% anche a causa di fattori stagionali, dei beni alimentari non lavorati saliti dello 0,7% e dei beni non durevoli, dello 0,5%; gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi degli energetici, sia regolamentati sia non regolamentati.

Nel mese di dicembre l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera al 3,1% dal 3,6% e quella al netto dei soli beni energetici al 3,4% dal 3,6%.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,5% su base annua da uno 0,6% di novembre, confermando la stima preliminare. La sua variazione media annua del 2023 è pari al 5,9% da un più 8,7% nel 2022.

In media, scrive l’Istat, nel 2023 i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% contro un incremento dell’8,1% nel 2022. Al netto degli energetici e degli alimentari freschi, i prezzi al consumo crescono del 5,1% che si confrontano con un incremento del 3,8% nell’anno precedente e al netto dei soli energetici del 5,3%, dal 4,1% nel 2022.

Frena l’inflazione, 2023 a + 5,7%
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