L’ultima fotografia dell’Istat sullo stato occupazionale in Italia riconsegna al Paese una situazione che, soltanto qualche mese fa, pareva impossibile. Con l’addio al Reddito di cittadinanza e il rischio che la riforma sociale creasse una bomba senza precedenti, la risposta è stata tutt’altro che negativa, con i numeri di ottobre 2023 sul lavoro che fanno sorridere il Governo e non solo. Soprattutto gli italiani, dato che il tasso di occupazione rispetto a un anno fa è cresciuto e tutto lascia sperare per il meglio per il prosieguo e la chiusura dell’anno.
Il recente report dell’Istat sul numero degli occupati in Italia, infatti, è il vero e proprio manifesto delle politiche in tema lavoro che il governo presieduto da Giorgia Meloni sembra portare avanti. Infatti, nell’ultimo studio sull’occupazione, nell’ottobre 2023 si attesta ancora una volta un dato positivo e in crescita, con il numero degli occupati che è addirittura al 61,8%, un dato che non era mai stato registrato così alto nelle serie storiche.
A ottobre 2023, infatti, il numero degli occupati si attesta a 23 milioni 694 mila e registra, rispetto a ottobre 2022, un aumento di 455 mila dipendenti permanenti e di 66 mila autonomi. Dai positivi, con l’occupazione che aumenta di 27mila unità (+0,1%) rispetto a settembre 2023 e di 458mila unità (+2,0%) rispetto ad ottobre 2022.
In particolare, fa sapere l’Istat, l’aumento riguarda i dipendenti permanenti (+77mila sul mese e +455mila sull’anno), mentre risultano in calo i dipendenti a termine (rispettivamente -20mila e -64mila).
L’altra faccia della medaglia, ovvero la disoccupazione è oggi al 7,8%, con un +0,1% rispetto al mese precedente), mentre il tasso di disoccupazione giovanile è al 24,7% (+1,5 punti).
Dati che arrivano a qualche settimana dalle polemiche per la decisione presa dal Governo di cancellare il Reddito di cittadinanza che, da anni, permetteva a milioni di italiani di ricevere un sussidio mentre erano in cerca di lavoro. Un addio, quello al Reddito, che aveva fatto aprire ad aspre critiche verso l’esecutivo Meloni che, mandando in pensione la misura voluta dal Movimento 5 Stelle, secondo molti poteva portare all’esplosione di una bomba sociale senza eguali.
Ma i dati dell’Istat sembrano consigliare altro, quasi a dire che la riforma sociale portata avanti sta dando i suoi frutti. La spiegazione logica, ovviamente, è una sola: senza Rdc gli italiani sono stati costretti a immergersi nel mondo del lavoro.
Non potendo più contare sul sussidio, infatti, migliaia di ex percettori hanno deciso di cercare attivamente un lavoro e, i numeri lo testimoniano, i dati sull’occupazione sono cresciuti toccando livelli mai visti fin qui. Un vero e proprio boom che conta di crescere ancora anche grazie al Supporto per la formazione e il lavoro voluto dal governo Meloni al quale possono accedere proprio quei nuclei familiari (ma non tutti) che avevano appena perso il diritto al reddito di cittadinanza.
Un provvedimento, come spiegato dal ministro del Lavoro Maria Calderone, che riconosce un bonus di 350 euro, ma che a differenza del Reddito è versato solamente dopo avere sottoscritto il patto di servizio personalizzato con il centro per l’impiego e aver dato avvio alle attività di formazione e orientamento al lavoro previste dal programma.