L’Italia ha ufficialmente presentato alla Commissione europea la proposta di modifica complessiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che include anche un nuovo capitolo REPowerEU, il piano varato nel maggio 2022 come risposta alla crisi energetica globale. La mossa, ampiamente anticipata, è il primo passaggio formale di un processo che durerà mesi, con l’esecutivo comunitario che sarà chiamato a valutare la richiesta per poi passare la palla al Consiglio Ue per il via libera finale. In tutto ci potrebbero volere fino a tre mesi per una risposta definitiva. Il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha messo a punto una revisione da 16 miliardi di euro che coinvolge 144 misure contenute nel Pnrr.

Le rimodulazioni arrivano dopo i ritardi e le note difficoltà nell’attuazione del Piano, il cui nome è NextGenerationEU, oggetto di negoziazioni continue e che vanno avanti da mesi con la Commissione europea. La modifica presentata da Fitto include le proroghe delle scadenze di alcuni obiettivi contenuti nel Pnrr. Il Piano è infatti diviso in milestones e target (traguardi e obiettivi), da raggiungere entro determinate date e che permettono così di sbloccare le rate successive da ricevere. Solo lo scorso 28 luglio l’esecutivo comunitario ha dato il via libera ufficiale al pagamento della terza rata da 18,5 miliardi del Pnrr italiano.

L’esecutivo guidato da Ursula von der Leyen ha tuttavia decurtato l’ultima erogazione di circa 520 milioni di euro che potranno però essere recuperati nella prossima, se arriverà il via libera ovviamente. La quarta tranche vale altri 16,5 miliardi da riscuotere entro dicembre 2023, scadenza entro la quale il nostro Paese deve dimostrare di aver centrato gli obiettivi previsti in alcune riforme, tra cui la riduzione dei tempi per i pagamenti della Pubblica amministrazione e dell’aggiudicazione degli appalti, oltre che dei processi arretrati nei tribunali. Ora, il governo di Giorgia Meloni chiederà alla Commissione europea di raggiungere questi target 15 mesi più tardi.

Riguardo i tagli ai progetti, la revisione del Piano presentato da Fitto elimina interventi per 15,89 miliardi inerenti soprattutto le ferrovie, ma anche i comuni e il welfare.  Saltano poi oltre la metà dei fondi destinati alla lotta al dissesto idrogeologico (1,3 miliardi su 2,5) interventi per “la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni” (6 miliardi) e quelli per la rigenerazione urbana che servivano a ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale (3,3 miliardi). Questi progetti sono eliminati dal Pnrr ma non del tutto, e questo significa che verranno rifinanziati con altri fondi ma le tempistiche per realizzarli non sono chiare.

Come spiega la Commissione in una nota, la dotazione dell’Italia nell’ambito del capitolo REPowerEU in termini di nuove sovvenzioni è di 2,76 miliardi di euro. Il nostro governo ha proposto diverse riforme, tra cui lo sviluppo delle energie rinnovabili, il potenziamento delle competenze verdi nel settore pubblico e privato, la lotta ai sussidi dannosi per l’ambiente e il miglioramento della produzione di biometano. Il capitolo comprende anche tre aree principali che comprendono diversi investimenti, in particolare relativi al potenziamento delle reti energetiche, all’efficienza energetica e alle catene di approvvigionamento strategiche.

In tutto, il Repower italiano varrà 19,25 miliardi di euro: qui confluiranno i soldi risparmiati dalle misure uscite dal Pnrr, che dovranno essere riprogrammati con risorse statali. Tra gli altri progetti del RepowerEu, spiccano il Tyrrhenian Link di Terna – per realizzare linee elettriche ad alta tensione tra Sardegna, Sicilia e Campania – e il raddoppio del gasdotto lungo la dorsale Adriatica. Nel Repower verranno inseriti anche i nuovi Ecobonus a favore di famiglie e imprese per investire nel risparmio energetico di luce e gas tramite ristrutturazioni edilizie.

Richieste di modifiche al Pnrr: 16,5 miliardi in gioco
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