La Bce non ha intenzione di emulare la Federal Reserve e non si prenderà una pausa dal rialzo dei tassi di interesse. Nel corso della conferenza stampa successiva al meeting di giugno, la presidente del Consiglio direttivo Christine Lagarde ha ribadito che le prospettive sull’inflazione sono ancora troppo alte.
I rischi al rialzo sull’inflazione includono un nuovo aumento dei prezzi dell’energia e un progressivo aumento dei salariali e dei nuovi contratti. Da qui l’annuncio di un probabile rialzo a luglio.
Secondo Lagarde “le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della Bce siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per conseguire un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo del 2%”.
Rispondendo poi alle domande dei giornalisti però la presidente ha precisato che la Bce non seguirà la Federal Reserve nella pausa nel percorso dei rialzi: “non pensiamo di mettere in pausa i rialzi, se non vedremo una forte inversione di tendenza sui dati è probabile un altro rialzo dei tassi anche a luglio”.
Quanto alla crescita, Lagarde ha ribadito che la crescita economica rimarrà debole nel breve periodo, ma che si rafforzerà nel corso dell’anno grazie al calo dell’inflazione”.
Parlando del tasso finale al quale potrebbero poi arrivare i tassi di interesse, Lagarde si è mostrata timorosa per le pressioni salariali che stanno diventando una fonte di inflazione sempre più importante. “Quale sarà il tasso finale lo capiremo quando ci arriveremo perché non è questo che sta guidando le nostre previsioni. Ciò che sta guidando il nostro percorso è sempre l’obiettivo del 2% nel medio termine. Il lavoro e i salari sono due elementi di preoccupazione”.
“Continueremo dunque a monitorare e a sviscerare al meglio l’intero enigma del mercato del lavoro che, come ho detto, sta svolgendo un ruolo critico perché molti servizi, che svolgono un ruolo importante nella nostra economia, sono ad alta intensità di manodopera e i salari, da questo punto di vista, giocano un ruolo fondamentale”.
Dopo aver elencato i rischi sui prezzi nella zona euro, la presidente ha ribadito le prospettive della Bce sull’inflazione per quest’anno e i prossimi e ha sottolineato che “con i parametri attuali, l’inflazione al 2,2% nel 2025 non è ancora abbastanza come risultati e sicuramente non è un target che rende tempestivo il rientro dei prezzi”.