Il Parlamento Europeo ha provato con una maggioranza di oltre il 95% le proposte da presentare alla Commissione e al Consiglio Ue in merito al Regolamento dei Prodotti Dop e Igp.
Fra le novità introdotte nella proposta di riforma del Regolamento sulle Indicazioni Geografiche c’è il divieto di registrare menzioni tradizionali che possono essere identiche o evocative di nomi di Dop o Igp. Emblematico in tal senso il caso del Prošek croato e dell’Aceto Balsamico sloveno e cipriota.
Il sistema delle Dop e Igp ha dato identità ai territori incentivato gli agricoltori a produrre e a garantito loro un valore aggiunto superiore rispetto a produzioni anonime. Prodotti che possiamo considerare di nicchia, grazie ai marchi Dop e Igp possono infatti dare identità e adeguata remuneratività a produzioni esigue in termini numerici.
Allo stesso tempo è opportuno garantire protezione alla storia, l’identità e i metodi produttivi riconosciuti e consolidati, che contraddistinguono oltre 3500 prodotti in Europa di cui quasi 900 italiani. A tal proposito il nuovo Regolamento introduce l’obbligo di indicare sull’etichetta di qualsiasi prodotto Dop e Igp il nome del produttore e, per i prodotti Igp, l’origine della materia prima.
I prodotti trasformati che contengono un ingrediente di una Indicazione Geografica Protetta non potranno essere denominati con il nome della Igp, a meno che non sia consentito dai produttori di quella indicazione geografica stessa.
La tutela si applica e si inasprisce in particolare nel mercato online. Tutti i domini che utilizzano il nome di una Igp senza averne il diritto dovranno essere automaticamente chiusi o assegnati a un gruppo di produttori che utilizza l’Indicazione Geografica Protetta in maniera trasparente e legale. Il Parlamento Europeo chiede che venga istituito un sistema di allerta per monitorare la registrazione dei nomi di dominio e rendere più efficaci e tempestivi gli interventi di protezione.
A garanzia della trasparenza è prevista, nella proposta della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, l’indicazione in etichetta dell’origine delle materie prime dei prodotti a indicazione geografica, quando per oltre il 50% arrivano da un Paese diverso da quello di origine del prodotto. È prevista inoltre la necessità di richiedere una autorizzazione al consorzio di tutela, nel caso di utilizzo di prodotti Dop e Igp come ingredienti di altri prodotti trasformati, oltre all’obbligo di indicare in etichetta il nome del produttore.
Sono passi avanti significativi per l’Unione Europea, in particolare per l’Italia, che è leader in Europa con 883 prodotti Dop e Igp tra alimenti e vini, seguita da Francia e Spagna. Solo in Italia, le indicazioni geografiche muovono un giro d’affari intorno ai 19 miliardi di euro e annoverano prodotti che rappresentano al meglio la biodiversità del made in Italy e possono dirsi a ragione ambasciatori dell’Italia a tavola.
Allo stesso tempo, dovrebbero servire politiche di rafforzamento per rilanciare i consumi in Italia e le esportazioni al di fuori dei confini nazionali. Le modalità possono essere le più diverse, purché si individuino azioni coordinate, Paesi target, aree geografiche nelle quali potenziare l’export o nelle quali definire nuove strategie commerciali.