La Commissione europea ha proposto di trasformare l’attuale Quadro temporaneo di crisi ucraina in un Temporary framework a supporto della transizione verde dell’economia europea. La proposta sarà ora vagliata dagli Stati membri, ma il rischio è che in tal modo si finisca per agevolare i paesi in grado di mobilitare maggiori risorse a sostegno delle proprie imprese.
Il Quadro temporaneo di crisi è stato adottato il 23 marzo per far fronte alla crisi ucraina. Successivamente ha subito modifiche a luglio, per via del piano REPowerEU, poi ad ottobre a causa del caro energia e resterà operativo fino al 31 dicembre 2023.
La proposta della Commissione mira a trasformare la misura in uno strumento non solo anticrisi ma anche di sostegno alla transizione verde, con regole sugli aiuti di Stato volte a facilitare gli investimenti nelle energie rinnovabili e in generale nella decarbonizzazione del settore industriale, salvaguardando al contempo la parità di condizioni tra i 27. Condizione che secondo diversi paesi, tra cui l’Italia, la proposta di Bruxelles andrebbe a minare.
In particolare, le proposte della Commissione riguardano l’introduzione di norme volte a facilitare il sostegno alla diffusione di tutte le energie rinnovabili e agli investimenti che contribuiscono alla decarbonizzazione dell’industria.
Bruxelles propone inoltre di allentare le regole per gli aiuti agli investimenti per la produzione di attrezzature strategiche per la transizione verso un’economia a zero emissioni, in modo da contrastare la tendenza alla delocalizzazione in paesi che offrono condizioni più favorevoli.
A tal proposito, per gli investimenti in regioni svantaggiate dell’UE o che coinvolgono più paesi UE, la Commissione propone un meccanismo che porterebbe il massimale per gli aiuti concedibili in Europa fino al livello offerto nei paesi competitor.
Questo nuovo Temporary framework dovrebbe rimanere in vigore fino al 31 dicembre 2025 e rappresenta un passo in avanti, teso ad allargare il raggio d’azione degli Stati membri a sostegno delle imprese, rispetto al Regolamento Generale di Esenzione per Categoria attualmente in opera.
Questa nuova versione del GBER si prefigge di ridurre i vincoli per gli aiuti ai settori strategici per la transizione green, dall’idrogeno alle auto elettriche, nonché limitare al minimo i casi che richiedono la notifica preventiva a Bruxelles.
In sostanza si prevedono soglie di notifica più alte per gli aiuti agli investimenti verdi, l’allargamento agli investimenti per le infrastrutture di ricarica e rifornimento e ulteriori agevolazioni per il sostegno allo sviluppo delle competenze.
Della revisione del GBER, infine, dovrebbero beneficiare anche gli IPCEI (Importanti Progetti di Interesse Comune Europeo) e i piccoli progetti innovativi ad essi collegati, per i quali la Commissione provvederà a redigere un regolamento per la progettazione che dovrebbe essere sottoscritto entro la primavera 2023.