La politica di coesione europea 2021-2027 prevede l’approvazione, entro la fine dell’anno, dei programmi di spesa dei fondi che altrimenti perderanno l’intera quota del 2022 e un quarto del 2021.
Ad oggi, tuttavia, a ridosso della scadenza, mancano all’appello quasi tutti i programmi nazionali – nove in totale, più il Just Transition Fund.
I programmi regionali o nazionali sono gli strumenti operativi attraverso cui viene attuata la spesa delle risorse dei fondi strutturali europei assegnati ad ogni Stato membro, più il cofinanziamento nazionale. Per il 2021-2027 l’Italia attinge a tre fondi:
- il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr);
- il Fondo sociale europeo (Fse+);
- il Just Transition Fund (JTF).
Due terzi dei programmi finanziati con FSE+ (27 in totale, di cui 9 finanziati anche con risorse del Fesr) sono già stati approvati.
Per quanto riguarda il Fesr, hanno già concluso l’iter la maggior parte delle regioni e la Commissione si aspetta comunque l’approvazione di tutti i programmi entro la fine dell’anno.
Quanto ai programmi nazionali, presto dovrebbe arrivare l’ok anche per il Pon Ricerca, innovazione e competitività, quello destinato alla Scuola e il nuovo Pon Salute. Pronti anche il piano per e il PN Metro+ e città medie del Sud, così come il Pon Sicurezza, molto ridimensionato rispetto all’ipotesi iniziale, solo 200 milioni Ue più 35 nazionali.
Il ritardo più grande, tuttavia, è stato accumulato dal programma Capacità per la coesione, fortemente voluto dalla Commissione per migliorare la capacità amministrativa e la spesa dei fondi.
L’autorità di gestione del piano è l’Agenzia per la coesione, estremamente impegnata anche nel supportare il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr.
Cruciale per l’esecuzione dell’intero pacchetto coesione, il programma Capacità per la coesione riveste un ruolo fondamentale per il miglioramento della pubblica amministrazione.
In base ai dati pubblicati sul portale Cohesiondata della Commissione Ue, a metà 2022 l’Italia si trovava al terzultimo posto nella Ue per spesa realizzata delle risorse 2014-2020.
Principali indiziati di tale ritardo la mancanza di competenze, anche digitali, e il grado di esperienza del personale addetto alla gestione dei fondi.
Si delinea dunque un quadro preoccupante in considerazione oltretutto che il Pon Capacità per la coesione dovrebbe sostenere il miglioramento della PA soprattutto nelle regioni del Sud, proprio laddove i fondi dell’Accordo di partenariato si concentrano per contrastare le disuguaglianze territoriali e si riscontrano le maggiori sono le difficoltà amministrative.