La crescita dei prezzi energetici fa volare il disavanzo commerciale a settembre con uno sbilancio che è pari a -6,454 miliardi di euro, a fronte di un avanzo di 1,44 miliardi dello stesso mese del 2021. Il deficit energetico raggiunge, in valore assoluto, i 12.435 milioni (era -4.529 milioni un anno prima) ma l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 5.982 milioni, è elevato e sul livello di settembre 2021 (5.969 milioni).
Nei primi nove mesi dell’anno, il disavanzo commerciale supera i 31 miliardi, condizionato da un deficit energetico di oltre 85 miliardi. Un contributo negativo deriva anche dai beni intermedi, con un deficit di quasi 19 miliardi.
A settembre l’export torna a crescere su base mensile, trainato dalle vendite verso i Paesi extra Ue. Nella media del terzo trimestre 2022, per l’Istat la dinamica congiunturale è positiva sebbene in decelerazione (+2,7%, da +6,0% del secondo trimestre). Su base annua, la crescita dell’export interessa tutti i settori e quasi tutti i principali Paesi partner, mentre quella dell’import, per metà dovuta alla componente energetica, rallenta e si riporta sui livelli di aprile.
Sono le dinamiche in attenuazione dei prezzi dei prodotti energetici e dei beni intermedi a spiegare il rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi all’import.
Secondo quanto comunicato dall’Istat, a settembre 2022 si stima una crescita congiunturale per le esportazioni (+1,6%) e una flessione per le importazioni (-1,7%). L’aumento su base mensile dell’export è dovuto all’incremento delle vendite verso i mercati extra Ue (+6,0%), mentre le esportazioni verso l’area Ue sono in diminuzione (-2,2%). Nel terzo trimestre del 2022, rispetto al precedente, l’export cresce del 2,7%, l’import del 7,5%.
A settembre 2022, l’export cresce su base annua del 21,6% in termini monetari e del 2,1% in volume. La crescita dell’export in valore è più sostenuta verso i mercati extra Ue (+27,2%) rispetto all’area Ue (+17,1%). L’import in valore registra un incremento tendenziale del 40,4% – molto più intenso per l’area extra Ue (+59,0%) rispetto all’area Ue (+25,2%) – mentre in volume resta sostanzialmente invariato (-0,5%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+36,2%), macchinari e apparecchi (+13,9%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+15,5%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+19,8%).
Su base annua, i Paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono Stati Uniti (+48,6%), Francia (+18,8%), Germania (+14,8%) e Paesi OPEC (+49,1%). Si accentua la flessione dell’export verso la Russia (-34,6%) e diminuiscono anche le vendite verso il Belgio (-5,7%).
Nei primi nove mesi del 2022, la crescita tendenziale delle esportazioni (+21,1%) è dovuta in particolare all’aumento delle vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+45,8%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+20,2%), prodotti petroliferi raffinati (+100,6%), sostanze e prodotti chimici (+24,3%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+18,6%).
A settembre 2022 il disavanzo commerciale è pari a -6.454 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 1.440 milioni dello stesso mese del 2021. Il deficit energetico raggiunge, in valore assoluto, i 12.435 milioni (era -4.529 milioni un anno prima) ma l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici, pari a 5.982 milioni, è elevato e sul livello di settembre 2021 (5.969 milioni).
Nel mese di settembre 2022 i prezzi all’importazione crescono dello 0,1% su base mensile e del 20,3% su base annua (era +21,5% ad agosto).