Nel Consiglio dei ministri di mercoledì, il governo ha approvato all’unanimità il nuovo DEF, il documento di economia e finanza che rappresenta il principale strumento della programmazione economico-finanziaria ed indica la strategia e gli interventi da seguire nel medio termine.
Rispetto alla nota di aggiornamento dello scorso anno, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso arrivando per il 2022 al 3,1%, dal 4,7% previsto lo scorso autunno, per scendere ancora al 2,4% nel 2023 e all’1,8% nel 2024. Anche la pressione fiscale scenderà fino ad arrivare al 43,1% del Pil, dal 43,5% del 2021 mentre il deficit resta confermato quello della Nadef con l’obiettivo al 5,6%, pur prevedendo un indebitamento netto tendenziale pari al 5,1%.
Secondo il governo, le cause di questa revisione vanno rintracciate nel contesto internazionale ed economico profondamente cambiato rispetto a settembre, ad iniziare dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’aumento dei prezzi dell’energia, degli alimentari e delle materie prime.
In merito al rapporto tra debito pubblico e PIL, il documento prevede che quest’anno scenderà al 147 % dal 150,8 del 2021, e che negli anni successivi scenderà ancora fino a raggiungere il 141,4 % nel 2025. Ritoccate in rialzo anche le stime dell’inflazione che compie un balzo importante dal 1,6% stimato dalla Nadef per il 2022 all’attuale 5,8
Stando alle previsioni del DEF, il margine di spesa per l’Italia nei prossimi anni sarà dello 0,5% del PIL nel 2022, dello 0,2 nel 2023 e dello 0,1 nel 2024. Questi fondi verranno utilizzati per contenere il costo dei carburanti e dell’energia, aumentare la possibilità di accesso al credito per le imprese e integrare le risorse per compensare l’aumento del costo delle opere pubbliche.
Finora, infatti il governo ha messo in campo interventi per 15,5 miliardi di euro per sostenere imprese e famiglie contro il caro bollette e carburante, ma la guerra in Ucraina ha causato un generale peggioramento dell’economia. Per questo l’esecutivo è pronto a stanziare altri 5 miliardi per prorogare il taglio sui carburanti e contenere le bollette. Intanto con un decreto ministeriale è stato esteso fino al 2 maggio l’abbattimento di 25 centesimi dell’accisa su benzina e gasolio.
Inoltre, il nuovo decreto che dovrebbe arrivare dopo Pasqua, include anche nuove misure e nuove risorse per assistere i profughi ucraini e per alleviare l’impatto economico sulle aziende italiane del conflitto in Ucraina.
Previsto infine un Dpcm che stanzia incentivi del valore di 650 milioni di euro per il 2022, 2023 e 2024. Le risorse (anche senza rottamazione) sono distribuite fra elettrico puro, ibride plug-in e endotermiche a basse emissioni, diesel e benzina, nella fascia 61-135 g/km, settore cruciale per il rilancio del mercato e per il rinnovo del parco circolante, fondamentale anche per consentire l’abbattimento dei costi per le famiglie e il progressivo distacco dai combustibili fossili almeno per quanto riguarda il trasporto.