AsNALI ribadisce la necessità di perseguire contestualmente obiettivi di sostenibilità non solo ambientale ma anche imprenditoriale
Il 16 febbraio si è tenuta la sesta riunione del tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale, durante la quale il Ministro Cingolani ha fatto il punto sugli obiettivi che il Ministero della Transizione Ecologica ha definito per il PNRR.
Hanno preso parte alla riunione i rappresentanti delle parti sociali, del Governo, delle Regioni, delle Province autonome, degli Enti locali, delle categorie produttive e sociali, del sistema dell’università e della ricerca, della società civile e delle organizzazioni della cittadinanza attiva.
Il Ministero della Transizione ecologica è al lavoro per raggiungere nei tempi il conseguimento degli 11 obiettivi del PNRR previsti per fine giugno (4 investimenti e 7 riforme), che si concentrano su 4 componenti:
- economia circolare e agricoltura sostenibile
- energia rinnovabile, idrogeno, reti e mobilità sostenibile
- efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
- tutela del territorio e risorsa idrica
Le componenti intervengono tutte sulla necessità di ridurre le emissioni di CO2, e in questo le azioni da mettere in atto mirano congiuntamente alla decarbonizzazione.
Nel prossimo semestre saranno avviate procedure e bandi per altri 10 miliardi di euro:
- sviluppo agrivoltaico (1,1);
- promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo (2,2);
- sviluppo del biometano (1,92);
- rafforzamento smart grid (3,61);
- interventi su resilienza climatica reti (0,5);
- sviluppo di sistemi di teleriscaldamento (0,2);
- tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (0,33).
Obiettivo primario delle azioni del Mite è fare dell’Italia un primato globale della transizione ecologica, e i risultati ottenuti durante il G20 dalla comunità internazionale ne sono una conferma.
Allo stesso tempo va posta grande attenzione affinché la sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale, non corrano a velocità diverse: procedendo troppo velocemente la sostenibilità sociale è messa a rischio, di contro, con estrema lentezza, sarà la sostenibilità ecologica a correre il rischio.
Negli obiettivi del Mite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, se ben sfruttato, renderà l’Italia un paese più resiliente di fronte ai cambiamenti climatici, renderà il sistema italiano più sostenibile nel lungo termine, garantendone la competitività.
Le azioni devono andare verso una transizione equa e inclusiva, massimizzando i livelli occupazionali e contribuendo alla riduzione del gap tra le regioni.
La prima M&T (Milestone & Target) da conseguire a marzo, il Decreto ministeriale per la digitalizzazione dei parchi, è già pronto in bozza.
Entro il 30 giugno 2022, dopo la digitalizzazione dei parchi, il Mite deve adottare la strategia nazionale per l’economia circolare e approvare il piano per il sostegno degli enti locali.
Altre riforme sono la semplificazione e accelerazione delle procedure per gli interventi di efficientamento energetico e contro il dissesto idrogeologico, e misure per facilitare la gestione dei servizi idrici integrati.
È previsto al 30 giugno il varo del programma nazionale per la gestione dei rifiuti ed altri 450 milioni da destinare alla produzione di nuovi elettrolizzatori per l’idrogeno verde.
A contribuire al raggiungimento degli obiettivi in termini di decarbonizzazione ci sono inoltre 3 gigawatt di nuova potenza da creare da fonti rinnovabili da mettere a bando nei prossimi sei mesi (FER1), dopo l’aggiudicazione di 1,8 gigawatt a gennaio.
AsNALI ribadisce la necessità di perseguire contestualmente obiettivi di sostenibilità non solo ambientale ma anche imprenditoriale.
La transizione ecologica creerà infatti, nuove opportunità di investimento che andranno incentivate mediante l’agevolazione all’accesso ai fondi del PNRR, tramite bandi che valorizzino la qualificazione delle imprese che vi partecipano e creino opportunità lavorative stabili, per le quali è fondamentale anche il lavoro sinergico con gli altri Ministeri del lavoro e dello sviluppo economico.
Grazie alla promessa fatta all’Europa di destinare il 40% dei fondi al Mezzogiorno, il gap tra nord e sud può essere, almeno in parte, colmato. Per far ciò è necessario partire dall’allargamento dei servizi essenziali come ad esempio la depurazione dell’acqua, la gestione dei rifiuti e la diffusione dell’agrovoltaico, con il duplice fine di coniugare la produzione di cibo e di energia alla sostenibilità ambientale, migliorando la competitività delle aziende, riducendo le emissioni e perseguendo in tal modo agli obiettivi della decarbonizzazione.