Il PIL italiano mostra una crescita superiore alla media dell’Eurozona. Lo afferma l’Istat, diffondendo i dati del terzo trimestre dell’anno da cui si evince che il prodotto interno lordo è aumentato del 2,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,8% in termini tendenziali.

Secondo l’istituto la crescita acquisita per il 2021, quella che si otterrebbe se nel quarto trimestre dell’anno il Pil italiano registrasse una variazione congiunturale nulla, è pari al 6,1%.

Oltretutto, dalle previsioni provenienti dall’analisi dei trend, si suppone che il quarto trimestre 2021 non evidenzierà affatto una crescita pari a zero, sia per l’impulso che le agevolazioni contenute nella recente Manovra daranno al comparto edilizio, sia per l’impulso che il turismo natalizio, che salvo ulteriori emergenze sanitarie, darà al nostro PI nell’ultima parte dell’anno.

D’altronde non è un caso che i settori manufatturieri italiani facciano registrare numeri tali che a fine anno supereranno quelli del 2019, tanto che per 10 settori su 15 già oggi il livello di fatturato ante-Covid è stato recuperato.

Un forte recupero si evidenzia anche nel settore dei servizi, il più penalizzato dalla crisi e nell’industria. La variazione congiunturale (+2,6%), spiega l’Istituto di statistica, è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia in quello dell’industria, che in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale sia di quella estera.

Il dato di crescita del nostro PIL risulta inoltre molto interessante, perché continua a mantenersi al di sopra della media di crescita dell’Eurozona. Infatti le previsioni Eurostat individuano una crescita dell’Eurozona sempre relativamente al terzo trimestre 2021 limitata a +2,2%, con la Germania +1,8%.

Esiste tuttavia il rovescio della medaglia, ovvero l’inflazione. Sempre Eurostat ci ricorda che l’inflazione dell’Eurozona a ottobre si è attestata al 4,1% ed al 4,5% in Germania, quindi ben al di sopra del target d’inflazione del 2% individuato dalla BCE.

Anche in questo campo l’Italia si è distinta facendo registrare per quanto riguarda l’indice nazionale dei prezzi al consumo (Nic) un aumento dello 0,6% su base mensile e del 2,9% su base annua (da +2,5% del mese precedente). L’ulteriore accelerazione, su base tendenziale, è in larga parte dovuta, anche nel mese di ottobre, ai prezzi dei Beni energetici.

Istat: Italia sopra la media Europea, Pil a +2,6% nel terzo trimestre
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