Approvate alla Camera all’unanimità le modifiche al Codice sulle pari opportunità tra uomo e donna in ambito lavorativo. Il testo mira a sostenere la presenza femminile nel mercato del lavoro e a combattere il gender pay gap nelle retribuzioni.
Il provvedimento, che interviene sul Codice delle pari opportunità, è coerente con le azioni in materia previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e andrà ora esaminato dal Senato.
La novità più rilevante è l’istituzione della “certificazione della parità di genere”: un sistema per premiare le aziende che si impegnano a ridurre il divario di genere sulle opportunità di carriera, a riequilibrare la retribuzione e ad attuare politiche di gestione delle disuguaglianze di genere e di tutela della maternità.
L’introduzione di questo strumento, prevista dal 1° gennaio 2022, sarà accompagnata da un conseguente meccanismo di premialità, consistente in uno sgravio contributivo fino a 50mila euro all’anno per ciascuna azienda. I parametri per ottenere il premio, così come le modalità di acquisizione dei dati e le forme di coinvolgimento dei sindacati, sono rinviati a uno o più decreti del ministro con delega alle Pari Opportunità, di concerto con il ministro del Lavoro e quello dello Sviluppo economico.
Tra le modifiche previste dal provvedimento licenziato dalla Camera c’è anche l’allargamento dell’ambito di applicazione dell’obbligo di redazione del rapporto sulla situazione del personale: sarà obbligatorio per le aziende – pubbliche e private – che impiegano più di 50 dipendenti. Fino ad oggi, secondo l’articolo 46 del Codice, dovevano farlo solo quelle con più di 100.
Le aziende che non rispettano questo obbligo saranno soggette, se l’inottemperanza si protrae per oltre dodici mesi rispetto al termine di 60 giorni, alla sospensione per un anno dei benefici contributivi eventualmente goduti dall’impresa stessa.
Le norme poi tentano di combattere gli atti di discriminazione diretta e indiretta. Vengono, per esempio, inseriti tra questi ultimi decisioni organizzative o stravolgimenti dell’orario di lavoro che ne modificano tempi e condizioni, comportando per le dipendenti uno svantaggio rispetto ai loro colleghi, una limitazione delle opportunità di partecipazione alle scelte aziendali o un freno all’accesso ai meccanismi di avanzamento di carriera.
Saranno poi previsti incentivi alle assunzioni e agevolazioni fiscali per favorire la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro delle lavoratrici.