Lo scorso 6 agosto, attraverso una serie di messaggi e circolari, l’INPS informava di non poter più riconoscere l’indennità di malattia ai lavoratori in quarantena Covid, causa esaurimento dei fondi, in quanto “il legislatore non ha previsto un nuovo stanziamento per prorogare la tutela della quarantena”.
Nonostante i numerosi appelli al governo affinché rifinanziasse la tutela, ad oggi non ci sono state risposte ed in ragion di ciò, il lavoratore che sia posto in isolamento fiduciario a seguito di contatto con una persona positiva al Covid-19, sarà considerato in aspettativa e/o in sospensione non retribuita per 10 giorni (sette se ha completato il ciclo vaccinale) con un perdita fino a 500 euro netti.
Il dl 17 marzo 2020, n. 18 infatti stabiliva che, per gli individui che avevano avuto contatti stretti con casi confermati di malattia infettiva diffusiva e per chiunque avesse fatto ingresso in Italia da zone a rischio epidemiologico, i periodi trascorsi in quarantena con sorveglianza attiva o in permanenza domiciliare fiduciaria, fossero equiparati alla malattia ai fini del trattamento economico previsto dalla normativa di riferimento.
I limiti di spesa e gli stanziamenti tuttavia fanno sì che, allo stato attuale, la tutela non sia più prevista e quindi ogni copertura per il 2021 non sia garantita, con l’aggravante, oltretutto, della retroattività della scelta, che ha decorrenza dal mese di gennaio 2021 nonostante la comunicazione risalga a luglio.
Il vuoto di tutela legislativa coinvolge quei lavoratori (ad esempio operai, magazzinieri, addetti alle vendite, cassieri del supermercato, sportellisti, etc.) che, una volta in quarantena, non possono, per la natura della mansione, svolgere attività da remoto.
L’INPS ha infatti ricordato di non poter superare lo stanziamento di 663,1 milioni di euro per l’anno 2021, volto ad indennizzare i periodi di quarantena verificatisi nell’anno 2020, comunicando pertanto che potrà richiedere, tramite UniEmens, il rimborso per le eventuali indennità di malattia registrate nel 2021.
Già da metà agosto, sotto la pressione dei sindacati, le interlocuzioni istituzionali si sono fatte intense per cercare di dipanare la questione e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Andrea Orlando conta di “poter utilizzare in tal senso risorse inizialmente impegnate in altre direzioni affinché la quarantena sia considerata una malattia e non gravi sui lavoratori e sulle imprese”.
Nel prossimo Consiglio dei Ministri la questione dovrebbe essere riesaminata, si attendono pertanto sviluppi.