Agli albori della nuova estate, finalmente libera da restrizioni dopo oltre un anno di grosse limitazioni dovute alla pandemia, il settore turistico si accinge a ripartire.
Al fine di tastarne il polso ed avere un punto di vista sulle premesse con cui ci gli imprenditori stanno approcciando a questa nuova rinascita, abbiamo contattato Miriam Minutolo, titolare del Grand Hotel Victoria di Bagnara Calabra, che ha gentilmente risposto ad alcune nostre domande.
- Come è iniziata la stagione?
Molto a rilento. Anche se si percepisce la voglia delle persone di voler ritornare alla normalità e quindi tornare a viaggiare e vivere un’estate spensierata.
La campagna vaccinale, iniziata male e proseguita con preoccupante lentezza, ha fatto sì che la gente temporeggiasse con le conferme delle prenotazioni, spostando le date di arrivo nel periodo clou dell’estate, lasciando scoperti mesi come maggio, giugno e buona parte dell’inizio di luglio.
Come logico aspettarsi, si registrano picchi nei weekend e turismo di prossimità. Molti italiani e pochissimi stranieri. Recuperare nel mese di agosto sarà pressoché impossibile col rischio di non riuscire a soddisfare una grande fetta di domanda che sceglierà proprio agosto per le vacanze. Anche quest’anno dovremmo quindi sperare che i mesi di bassa stagione, come settembre e ottobre, ci regalino continuità di lavoro.
Ottima ripresa invece per il comparto della ristorazione nel quale fortunatamente abbiamo registrato ottimi e rassicuranti segnali.
- Dopo oltre un anno di chiusura forzata, ci sono le condizioni per pensare ad una ripresa per tornare agli standard del 2019?
Assolutamente no. Il 2021 sarà molto simile al 2020 e se tutto andrà come programmato e promesso dal nostro Governo, gli standard del 2019 potranno essere registrati nel 2022, per il quale fortunatamente già iniziamo a registrare parecchie richieste, seppur con un anno di anticipo, da parte della clientela straniera.
- Riesce a fare una stima dei danni della pandemia?
Siamo all’incirca sull’80% di perdite nette.
- Che tipo di aiuti avete ricevuto dallo stato e in cosa si poteva fare meglio? Vi siete sentiti abbandonati?
Non possiamo affermare che gli aiuti siano stati congrui rispetto alle ingenti perdite subite. Noi come azienda abbiamo ricevuto ristori non sufficienti a sopperire alle perdite registrate.
Si, si poteva fare molto di più a partite dall’abbattimento di alcuni tributi, dei costi del lavoro, sconti sulle utenze ed esoneri sugli affitti, erogando al contempo aiuti proporzionali alle perdite subite in grado di dare nell’immediato un pò d’ossigeno per ripartire.
Purtroppo la ripartenza è stata ritardata in parte a causa dalla scarsa liquidità a disposizione dei potenziali clienti e in parte per via dei continui cambiamenti sulle tempistiche e modalità delle riaperture. Anche il coprifuoco di questi ultimi due mesi ha contribuito a rallentare ulteriormente l’intero settore.
- Quali misure avete messo/metterete in atto per offrire la massima sicurezza ai vostri clienti?
Continueremo anche per quest’anno a rispettare il Protocollo Accoglienza Sicura di Federalberghi: monitoraggio della temperatura all’arrivo, sanificazione periodica, uso di mascherine e dpi nonché avvisi sparsi per tutta la struttura sulle buone norme da adottare per il contenimento della diffusione del Covid19. Creazione di un passaggio obbligato per il buffet della colazione, uso di guanti monouso al Ristorante da parte dei nostri collaboratori nonché tracciamento di tutta l’utenza mediante registrazione obbligatoria all’arrivo, menù e directory room digitali, distanziamento e obbligo di sanificare le mani all’ingresso.