Le restrizioni per il Covid insieme alla crisi dei consumi innescata dalla pandemia, stanno mettendo in grave difficoltà l’intero comparto del commercio al dettaglio.

Secondo gli ultimi dati, nel primo bimestre del 2021, gli acquisti presso la grande distribuzione e le piccole superfici si sono ridotti, rispettivamente, del 3,8 e del 10,7%, mentre le vendite sul canale online sono aumentate del 37,2%.

Stando a queste stime, circa 70mila attività commerciali, che dalla terza ondata dello scorso ottobre hanno avuto una decisa caduta di fatturato, potrebbero cessare definitivamente nel 2021. 

A rischio sono soprattutto le 35mila attività collocate dentro i centri commerciali cui l’obbligo di chiusura nel fine settimana, che rappresenta il 40% delle vendite di queste attività, ha inferto un colpo da cui difficilmente si riprenderanno e che genera una perdita di almeno 1,5 miliardi di euro per ogni weekend, in buona parte a vantaggio del canale di distribuzione online.

Si tratta di un processo in atto da tempo e che sicuramente si sarebbe concretizzato naturalmente, certo è che l’accelerazione imposta dalla pandemia, sta rendendo pressoché impossibile sopportare l’impatto dei mutamenti nei comportamenti d’acquisto, senza lasciare spazio ad eventuali possibilità di adeguamento o riconversione da parte degli esercenti.

Non da ultimo va ricordato che la caduta libera del commercio fisico, comporta, non solo lo spostamento del gettito fiscale vero i paesi dove le multinazionali hanno sede legale , ma anche la perdita di numerosi  posti di lavoro legati alla distribuzione e consulenza nell’ambito del retali, che difficilmente saranno riassorbiti, quanto meno nel breve periodo, generando un ulteriore involuzione del mercato del lavoro e necessità di interventi statali.

Altro balzo in avanti del canale online nel primo bimestre 2021
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