Ieri il senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge delega che istituisce l’assegno unico e universale.
Si tratta di un’agevolazione di 250 euro a figlio, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età, sotto forma di credito d’imposta o assegno mensile, di cui le famiglie potranno usufruire dal 1° luglio.
La definizione “unico” deriva dalla natura stessa della delega che ingloba e unifica una serie di misure indirizzate finora alle famiglie come il bonus bebè, il premio alla nascita o all’adozione, il Fondo di sostegno alla natalità, le detrazioni Irpef per i figli a carico, gli assegni per il nucleo familiare.
L’importo sarà modulato in base all’Isee della famiglia e alla sua numerosità e sarà maggiorato a partire dal terzo figlio e per ciascun figlio con disabilità, secondo un’aliquota che va dal 30% al 50%, in relazione alla classificazione della disabilità.
Per figli maggiorenni a carico, fino ai 21 anni d’età, l’importo riconosciuto è inferiore rispetto a quello per i figli minorenni ed è concesso solo nel caso in cui:
- sia in atto un percorso di formazione scolastica o professionale oppure un corso di laurea;
- sia in corso un tirocinio o un’attività lavorativa con reddito complessivo limitato;
- si attesti lo stato di disoccupazione presso un centro per l’impiego.
I fondi a disposizione fanno parte degli stanziamenti previsti dal Family Act e ammontano a circa 20 miliardi.
In considerazione dell’attuale condizione reddituale Italiana, che vede 8 famiglie su 10 con un’Isee sotto i 30 mila euro, si prevede che l’80% degli assegni avranno un importo di 161 euro al mese per ogni figlio minore e 97 per ogni figlio tra 18 e 21 anni, mentre con un Isee sopra i 52mila euro, il contributo scende a 67 euro mensili per i figli minori e a 40 euro per i figli maggiorenni ma di età inferiore ai 21 anni.