L’istituto stima che il fatturato dell’industria diminuisca del 2% rispetto al mese precedente e aumenti del 3,8% nella media del trimestre settembre-novembre rispetto al trimestre luglio-agosto. Stessa sorte anche per gli ordinativi che registrano a novembre un calo su base mensile e un incremento su base trimestrale.
In particolare la riduzione rispetto a ottobre, che si attesta all’1,3% riflette il calo del 2,5% per il mercato interno e dell’1% per quello estero. Per gli ordinativi, invece, la flessione è legata alla contrazione delle commesse provenienti dal mercato interno (-3,8%) e di una crescita di quelle provenienti dall’estero (+2,5%).
Sul risultato complessivo hanno influito in modo particolare le performance negative del settore energia, che continua a contrarsi in maniera significativa facendo segnare un negativo di oltre il 14% e di quello tessile e dell’abbigliamento che calano del 13%.
La maggiore crescita si registra invece nel settore dei computer e dell’elettronica (+38,5%) e nel comparto dei mezzi di trasporto (+22,6%), settori che hanno beneficiato da un lato del forte incremento dello smart working e della dad (didattica a distanza) e dall’altro delle azioni messe in campo dal governo per incentivare la micromobilità e il passaggio a mezzi non inquinanti.
A soffrire delle misure di contenimento per contrastare la pandemia, sempre secondo i dati dello stesso mese, è stato in particolar modo anche il commercio che ha evidenziato un netto calo del comparto dei beni non alimentari. Nel dettaglio l’Istat stima a novembre una flessione rispetto a ottobre del 6,9% in valore e del 7,4% in volume.
A beneficiare di ciò invece è stato senza dubbio l’e-commerce che proprio a novembre ha realizzato il terzo aumento più importante di sempre dopo giugno e ottobre scorso con un salto di 50 punti. Oltretutto la decisione di non posticipare il Black Friday, con i negozi sottoposti a restrizione, ha portato allo spostamento di importanti quote di mercato verso l’online.
“Il calo – commenta l’Istituto di statistica – è determinato dal comparto dei beni non alimentari, settore fortemente colpito dall’applicazione delle nuove misure di chiusura legate all’emergenza sanitaria; la diminuzione in questo comparto ha investito sia la grande distribuzione (-25,7%) sia, in misura inferiore, le imprese operanti su piccole superfici (-16,9%). Tra le diverse forme distributive si confermano in forte crescita gli acquisti attraverso il commercio elettronico”.
Se da una parte le vendite dei beni alimentari crescono sia in valore che in volume del 2,0%, quelle dei beni non alimentari vedono calare entrambi gli indici con particolari evidenze nel settore abbigliamento, che segna perdite per il 37%, e gli articoli da viaggio che arrivano ad oltre il 45%.
Come per i relativi settori del comparto produttivo, le restrizioni sembrano aver dato nuova linfa anche al commercio di prodotti informatici, telecomunicazioni e telefonia che segnano un aumento delle vendite del 28,7%.